Connubio tra scienza e natura Ispirati dalla Natura, potenziati dalla ricerca
L’alimentazione attuale è spesso sbilanciata verso il metabolismo di carboidrati e/o proteine e ciò si traduce in due alterazioni che incidono sull’omeostasi osteoarticolare: sovraccarico di sostanze cristalloidi e acidosi organica. Nel primo caso si ha in particolare l’accumulo di due prodotti: l’acido urico e l’acido ossalico. Uno è derivante in prevalenza da carni rosse e proteine animali, tendente a depositarsi sotto forma di urato monopodico sulla superficie di cartilagini e sinovie e nelle strutture periarticolari, con il conseguente scatenarsi di dolorosi disturbi flogistici (come l’artrite gottosa). L’altro è originato in genere dalla fermentazione dello zucchero che si converte in cristalli di ossalato di calcio i quali, non solo scatenano il rilascio di mediatori infiammatori, ma sottraggono calcio prezioso per le ossa. Nell’altra condizione si arriva alla demineralizzazione che si innesca quando il corpo cerca di correggere lo stato di acidosi in cui si trova sfruttando i minerali dei vari distretti organici e in primis quelli delle ossa (come sistema tampone): vanno quindi evitate diete troppo ricche di proteine e zuccheri e gli alimenti acidificanti (sale, caffè, alcool, bevande gassate), cibi troppo elaborati e carichi di condimenti e non bisogna neppure eccedere nel consumo di cereali raffinati, albume d’uovo e formaggi. Bisogna fare attenzione a non privarsi di alcuni aminoacidi (alanina, arginina, acido glutammico, leucina, lisina e prolina) la cui assunzione è stata associata a una maggiore densità ossea. Specialmente nella seconda fase della giornata, quando il pH interno tende ad abbassarsi, è meglio prediligere l’immissione di alimenti alcalini (come frutta e verdura cruda, tuorlo d’uovo, ricotta e yogurt, fagioli e derivati della soia come tofu e tempeh, tuberi, germogli, alghe e olio extravergine di oliva spremuto a freddo): alcalinizzare la matrice extra-cellulare contribuisce a mantenere integro il tessuto connettivo di sostegno delle strutture osteoarticolari, neutralizzando sostanze di scarto provenienti dai processi organici e dalle tossine. Con il passare del tempo il cibo influisce anche sulla comparsa di patologie degenerative di grande impatto sociale, quali artrite e artrosi (o meglio osteoartrosi perché interessa anche i capi articolari delle ossa): le cartilagini sono infatti estremamente suscettibili all’accumulo di sostanze pro-infiammatorie e tossine (come i coloranti e i conservanti alimentari) e fortemente condizionate da un adeguato regime alimentare. Flogosi, gonfiore e tumefazione sono manifestazioni classiche di artrosi e artrite (in particolare quella reumatoide, altamente deformante e invalidante). Inoltre da indagini cliniche si evidenzia una maggiore complessità etiologica dell’osteoporosi da inquadrare, non solo come una conseguenza della carenza e/o progressiva perdita di calcio, ma anche come una patologia infiammatoria scatenata da fattori ormonali (carenze estrogeniche, alterazioni degli ormoni tiroidei, quali cortisolo e paratormone), oltre che da neuropeptidi e mediatori pro-infiammatori liberati dal Sistema Nervoso Simpatico. Nel nostro regime alimentare non possono mancare quindi alcuni minerali ad azione rigenerante su ossa e articolazioni: il ferro entra in gioco in cofattori enzimatici per la sintesi del collagene che si può ottenere attraverso fonti eme, dove è presente in forma organica più facilmente assorbibile (ostriche, vongole e molluschi), e fonti non eme in cui si trova sotto forma di sali ionici Fe+2 e Fe+3 (cioccolato fondente, semi di zucca, broccoli, barbabietole, frutti essiccati, quali pesche, albicocche e fichi, e legumi, tipo lenticchie e fagioli); il rame, catalizzatore dei legami crosslinking di lisina e idrossiprolina per la sintesi di collagene (che è concentrato in mandorle, nocciole, uvetta, avocado, germe di grano, funghi secchi e cacao amaro); lo zinco, elemento richiesto per l’attivazione di enzimi come la fosfatasi alcalina, indispensabile per la mineralizzazione ossea o per la collagenasi la quale presiede all’organizzazione della struttura collagenasica osteoarticolare (contenuto in ostriche, vongole, arachidi, pinoli e nei semi di sesamo e zucca); il silicio (rintracciabile in forma organica in cipolle, bietole, fagiolini, segale, avena e miglio). Durante l’invecchiamento si osserva un progressivo danneggiamento delle strutture di sostegno del derma, in particolare delle fibre collagene ed elastiche, che determinano un peggioramento costante della tonicità della pelle la quale appare più sottile e lassa. Gli alimenti tonificanti aumentano l’elasticità dell’epidermide e riducono il numero e la profondità delle rughe. Tali sostanze possono agire per via diretta, stimolando l’attività metabolica dei fibroblasti e promuovendo la biosintesi delle fibre collagene e di quelle elastiche, oppure per via indiretta, riducendo l’attività degli enzimi responsabili della degradazione di esse. Un ruolo sostanziale è ricoperto dalle vitamine A e C: la prima concorre in modo significativo alla rigenerazione dei tessuti (riscontrabile in albicocche, carote, zucca e pomodori); la seconda stimola la formazione di collagene, supportando la parte fibrosa di ossa e cartilagini (presente in kiwi, agrumi, fragole, lattuga, radicchio, prezzemolo e peperoncino). |
cute apparato emuntorio apparato mioarticolare |
Cartilagini, tessuto articolare, formazione del collagene, cartilagini articolari, dolori articolari, Cute, pelle, Epidermide, derma, ipoderma, Squame, Pomfi, Pustole, Vescicole, Eritema, Macule, Discromia, Pomfo, Papula, Bolla, Nodulo, Crosta, Erosione, Teleangectasie, Placca, Ulcera, Petecchie, Atrofia, Ecchimosi, Cicatrice, Angioma, Abrasione, Ragade, Cheratosi, lichenificazione, Atrofia, Alopecia, Impetigine, Cheratolisi puntata, Follicolite, Acne, Micosi cutanee, Dermatofitosi, Ustioni, Tegumentario, Foruncoli, Ferite, Paterecci, Verruche, Eczemi, Punture d’insetti, Calli, verruche, Herpes |
centella
Trova utile indicazione nelle patologie di natura circolatoria in quanto si è dimostrata in grado di migliorare il trofismo vascolo-connettivale, ripristinando col tempo l’equilibrio emodinamico a livello del sistema micro-vasculo-tissutale.Nel suo fitocomplesso sono presenti derivati triterpenici dotati di peculiari proprietà modulatrici sullo sviluppo del tessuto connettivo |
MSM
Il metilsulfonilmetano è un supplemento dietetico usato singolarmente o in combinazione con altri nutraceutici nel trattamento delle artriti. Assunzioni di questa sostanza per 3 mesi in pazienti con OA al ginocchio, hanno prodotto leggeri miglioramenti nel dolore e nella funzione articolare. Debbi EM. et al. Efficacy of methylsulfonylmethane supplementation on osteoarthritis of the knee: a randomized controlled study. BMC Complement Altern Med. 2011 Jun 27;11:50. |
condroitina e glucosamina
Glucosamina e condroitin solfato sono componenti costitutivi essenziali della cartilagine articolare. I diversi studi tuttavia sulla loro efficacia nel trattamento di OA, tendono a evidenziare miglioramenti nei confronti del placebo. |
Boswellia
La gommoresina della Boswellia, estratta dal tronco di questo grande albero originario dell’India, fa parte della farmacopea ufficiale di India e Cina. La medicina tradizionale ayurvedica (India) le attribuisce proprietà antinfiammatorie utili per il trattamento del dolore artrosico, dell’infiammazione del tratto digestivo e del tratto respiratorio (azione antiasmatica: proprietà broncodilatatrici) e di varie dermatiti. Nella medicina tradizionale cinese è usata per trattare il dolore reumatico e mestruale. Gli acidi boswellici presenti nel fitocomplesso agirebbero su citochine e leucotrieni manifestando in tal modo proprietà antiflogistiche utili per trattare non solo i dolori artrosici, ma anche patologie autoimmuni come l’artrite reumatoide, la malattia di Crohn e la colite ulcerosa. Sono in corso studi clinici che confermino la validità di tali indicazioni. |
curcuma
La curcumina modula i processi infiammatori con azione multi-target graduale, senza irritare le pareti gastriche e intestinali e senza provocare in alcun modo effetti indesiderati. La gradualità dell’azione antinfiammatoria e antidolorifica rende la curcuma particolarmente indicata a trattare il dolore cronico e in particolare le condizioni caratterizzate da forte flogosi e stress ossidativo. Visto che il picco di attività si esprime intorno al 15° giorno dall’inizio dell’assunzione non è adatta al trattamento del dolore acuto. Interessante anche il potenziale utilizzo nello sportivo, che troppo spesso abusa di fans e antidolorifici. La curcuma sembra in grado di ridurre il DOMS senza interferire con i normali processi di riparazione tissutale. La curcumina è controindicata in gravidanza e deve essere utilizzata con supervisione medica nei pazienti in trattamento con anticoagulanti orali. La ricerca scientifica ha messo in evidenza una possibile azione sinergica della curcuma con altre sostanze bioattive vegetali con proprietà antiossidanti. Allo stesso modo le Vitamine C e E possono supportare l’azione della curcumina sostenendo la salute delle articolazioni, delle cartilagini e dei legamenti. Botanicamente la Curcuma, appartiene alla famiglia delle Zingiberacee, cui fanno parte anche lo zenzero e il cardamomo. La droga, che è di un bel colore dorato, si ricava dal rizoma (parte del fusto sotterraneo della pianta Curcuma longa che viene schiacciato e polverizzato). La curcumina è il principale componente biologicamente attivo del turmerico, ma la pianta contiene centinaia di componenti, cui sono state attribuite oltre 300 attività biologiche diverse, per es. almeno 20 componenti possiedono una provata azione antibatterica. La curcumina ha inoltre mostrato di possedere altre attività di estremo interesse, tra cui quelle anticoagulanti, antitrombotiche, antipertensive, antinfiammatorie, antidiabetogene, ipocolesterolemizzanti, antiossidanti, antivirali ed epatoprotettive. La proprietà antiossidante è 300 volte superiore a quella della vitamina E ed è molto più efficace della vitamina C, protegge il DNA dalla perossidazione lipidica con una percentuale dell’85%, rispetto al beta carotene 50%, e la vitamina E 57%. |
equiseto
Pianta ricca in silicio, oligoelemento che contribuisce ad assicurare la solidità scheletrica e la plasticità della cartilagine. Oltre all’azione rimineralizzante, esercita anche un’azione drenante (contrasta la ritenzione idrica). La pianta è segnalata, oltre che per l’attività diuretica che si esplica senza modificazioni nell’equilibrio degli elettroliti, per la capacità nello stimolare il metabolismo in generale, una proprietà che risulta preziosa. Si ricorda, inoltre, che la pianta è particolarmente ricca in silicio, ad azione rimineralizzante |
collagene
In uno studio su modello animale di OA indotta, assunzioni orali di Lactobacillus casei, associate con collagene di tipo II e glucosamina, hanno ridotto il dolore, le risposte infiammatorie e la degradazione della cartilagine articolare. La supplementazione sarebbe in grado di attenuare l’espressione genica di alcune cito- antinchine pro-infiammatorie tra cui IL-1, IL-2, IL-6, IL-12, IL-17, facendo inoltre diminuire la produzione di altre sostanze infiammatorie quali TNF-, interferone e MMP-1, MMP-3 e MMP- 13 con aumento invece di interleuchine antinfiammatorie come IL-4 e IL- 10. (20)20. So JS. et al. Lactobacillus casei enhances type II collagen/glucosamine-mediated suppression of inflammatory responses in experimental osteoarthritis. |
omega 3
Supplementazioni di grassi polinsaturi , presenti nel pesce azzurro, semi oleaginosi (noci) e semi di lino generalmente si associano ad attività protettive nei confronti di malattie degenerative tra cui quelle OA. Uno studio clinico multicentrico coreano ipotizza comunque che assunzioni di -3 (2,090 g di EPA e 1,165 g di DHA), per 4 mesi, possano avere effetti protettivi nell’artrite reumatoide solo in pazienti con peso corporeo superiore ai 55 kg. |
artiglio del diavolo
Le radici secondarie di Artiglio del diavolo sono tradizionalmente utilizzate nel trattamento sintomatico delle manifestazioni articolari dolorose e della lombalgia in quanto mostrano azione antiflogistica e manifestano un’influenza significativa sulla rigidità muscolare, in particolare a livello lombare. I preparati a base di Artiglio del diavolo sono considerati “come utile sostegno alla terapia medica” in quanto attenuano il dolore e migliorano la mobilità articolare. Tali proprietà sono state confermate dalla Commissione E della Sanità tedesca e dall’ESCOP. Sono numerosi gli studi clinici e le review pubblicate che ne confermano l’efficacia e che sostengono che può rappresentare un’opzione seria per il trattamento delle forme lievi o moderate di artrosi. |
ribes nero
Le foglie di Ribes sono tradizionalmente impiegate, per le proprietà depurative e l’attività blandamente antinfiammatoria, nella formulazione di tisane e composti galenici atti a trattare le forme dolorose a carico dell’apparato muscolo-scheletrico |
1. Van Ancum JM, Scheerman K, Jonkman NH, Smeenk HE, Kruizinga RC, et al. (2017) Change in muscle strength and muscle mass in older hospitalized patients: A systematic review and meta-analysis. Exp Gerontol 92: 34-41.
2. Scott D, Daly RM, Sanders KM, Ebeling PR (2015) Fall and Fracture Risk in Sarcopenia and Dynapenia With and Without Obesity: the Role ofLifestyle Interventions. Curr Osteoporos Rep 13: 235-244.
3. Waters DL, Baumgartner RN, Garry PJ, Vellas B (2010) Advantages of dietary, exercise-related, and therapeutic interventions to prevent and treat sarcopenia in adult patients: an update. Clin Interv Aging 7:259-270.
4. Jee H, Kim JH (2017) A mini-overview of single muscle fibre mechanics: the effects of age, inactivity and exercise in animals and humans. Swiss Med Wkly 147: w14488.
5.Ankur Shah, Harrison’s Principle of Internal Medicine, 18th, United States, McGraw Hill, p. 2738, ISBN 978-0-07-174889-6.
6. Aceves-Avila FJ, MedinaF, Fraga A, A Herbal terapie in rheumatology: the persistence of ancient
medical practices, Clinical and Experimental rheumatology, 19(2): 177-183, 2001.
11. Capasso F et al., Fitoterapia, impiego razionale delle droghe vegetali, 2° Ed., Springer, Milano, 1999.
12. Vlachojannis et al. A systematic review on the effectiveness of willow bark for musculoskeletal
pain. Phytotherapy Research, 23: 897–900. doi:10.1002/ptr.2747, 2009.
13. Andrade C, Aswath A, Chaturvedi SK et al. A double-blind, placebo-controlled evaluation of the anxiolytic efficacy of an ethanolic extract of Withania somnifera. Indian J Psychiatry. 42(3):295–301, 2000.
14. Tiwari R et al, Ashwagandha (Withania somnifera): Role in Safeguarding Health, Immunomodulatory Effects, Combating Infections and Therapeutic Applications: A Review, Journal of Biological Sciences 14.2: 77-94, 2014.
15. Durg S et al., Withania somnifera (Ashwagandha) in neurobehavioural disorders induced by brain oxidative stress in rodents: a systematic review and meta-analysis. J Pharm Pharmacol. 2015 Jul; 67(7):879-99. doi: 10.1111/jphp.12398. Epub 2015 Apr 1.
16. Ambiye VR et al., Clinical Evaluation of the Spermatogenic Activity of the Root Extract of Ashwagandha (Withania somnifera) in Oligospermic Males: A Pilot Study. Evid Based Complement
Alternat Med. 2013;2013:571420. doi:10.1155/2013/571420. Epub 2013 Nov 28.
17. Gafner SC, Bastiaenen CH, Ferrari S, Gold G, Terrier P, et al. (2017) Hip muscle and hand-grip strength to differentiate between older fallers and non-fallers: a cross-sectional validity study. Clin Interv Aging 13: 1-8.
18. Macfarlane GJ et al., Evidence for the efficacy of complementary and alternative medicines
in the management of rheumatoid arthritis: a systematic review, Rheumatology, 50 (9): 1672-
1683 June 6, 2011doi:10.1093/rheumatology/ker119, 2011.
19. Gaby AR, Alternative Treatments for Rheumatoid Arthritis. Altern. Med. Rev. 1999; 4(6):392-402
20. Jerome Sarris et al., Herbal Medicines in the Treatment of Psychiatric Disorders: A Systematic
Review, Phytother. Res. 21, 703–716, Wiley InterScience DOI: 10.1002/ptr.2187, 2007.
21. Jerome Sarris et al, Herbal medicine for depression, anxiety and insomnia: A review of psychopharmacology and clinical evidence, European Neuropsychopharmacology, 21, 841–860, 2011.
22. Jerome Sarris et al., Plant-Based Medicines for Anxiety Disorders, Part 2: A Review of Clinical
Studies with Supporting Preclinical Evidence, Springer International Publishing Switzerland 2013 CNS Drugs, 27:301–319 DOI 10.1007/s40263-013-0059-9, 2013.
23. Chrubasik S et al., Treatment of low back pain exacerbations with willow bark extract: A randomized double-blind study. American Journal of Medicine, 109:9–14, 2000.
24. Chrubasik S et al. Potential economic impact of using a proprietary willow bark extract in outpatient treatment of low back pain: An open non-randomized study. Phytomedicine, 8:241–251, 2001.
25. Hyson MI, Anticephalgic photoprotective premedicated mask. A report of a successful double-blind placebo-controlled study of a new treatment for headaches with associated frontalis pain and photophobia. Headache, 38:475–477, 1998.
26. Anbalagan K, Sadique J. Role of prostaglandins in acute phase proteins in inflammation. Biochemical Medicine, 31:236–245, 1984.
27. Begum VH, Sadique J. Effect of Withania Somnifera on glycosaminoglycan synthesis in carrageenin-induced air pouch granuloma. Biochemical Medicine and Metabolic Biology,
38:272–277, 1987.
28. Kulkarni RR, Patki PS, Jog VP, et al. Treatment of osteoarthritis with a herbomineral formulation:
a double-blind, placebo-controlled, crossover study. J Ethnopharmacol; 33:91-95, 1991.
29. Alessandro Orrù et al., Withania somnifera root extract prolongs analgesia and suppresses hyperalgesia in mice treated with morphine, Phytomedicine, Volume 21, Issue 5, 15 April 2014, Pages 745-752
30. Keren Reiner et al, Do Mindfulness-Based Interventions Reduce Pain Intensity? A Critical Review of the Literature, Pain Medicine, Volume 14, Issue 2 February 2013, 230–242, DOI: 10.1111/pme.12006
31. Kumar V, Selby A, Rankin D, Patel R, Atherton P, et al. (2008) Age-related differences in dose response of muscle protein synthesis to resistance exercise in young and old men. J Physiol 587: 211-217.
32. Heinrich M., Barnes J., Gibbons S., Williamson E.M., 2015, Fondamenti di farmacognosia e fitoterapia, Edra, Milano, p.243
33. Brigo B., 2011, Liberi dal dolore senza farmaci, op. cit., p.222
34. Costa –Rodrigues J., et al., Inhibition of human in vitro osteoclastogenesis by Equisetum arvense, Cell. Proliferation 45 (6):566-576
35. Edwards S. E., da Costa Rocha I., Williamson E. M., Heinrich M.,2015, Phytopharmacy: An Evidence-Based Guide to Herbal Medical Products, Wiley Blackwell, p.217
36. Campanini E., Biondo S., 2011, Terapie complementari in geriatria, Tecniche Nuove, Milano, p.248
37. Andrianne P., 2011, Traité de gemmothérapie: La thérapeutique per les bourgeons, Éditions Amyris, Bruxellles, p.296
38. Schmid B. et al., 2001, Efficacy and tolerability of a standirzed willow bark extract in patients with osteoarthritis: randomized placebocontrolled, double blind clinical trial, Phytother. Res., 15, 344-350
39. Tèteua M., 2004, Nouvelles cliniques de gemmothérapie, Éditions Similia, p.51
40. Weiss RF, Fintelmann V. Herbal Medicine, p. 232,.2 édition, Thieme, Allemagne, 2000
41. Benassy J., Traumatologia dello sport, Masson, Milano, 1979
42. Campanini E., Fitoterapia, Gemmoterapia, Omeopatia, op.cit., p.238
43. Tétau M., Nouvelles cliniques de gemmothérapie, Similia, Paris, p.48
44. Bruneton J, 2002, Phytothérapie, Tec & Doc Lavoisier,Paris, p.105
45. Campanini E., Manuale pratico di gemmoterapia, Ed. tecniche Nuove, Milano 2005, pp.173-179
46. Pérez-López FR, Ara I (2016) Fragility fracture risk and skeletal muscle function. Climacteric 19: 37-41.
47. Gagnier JJ. Et al., 2006, Herbal medicine for low back pain. Cochrane Database of of Systematic Reviews (2): CD004504
48. Edwards S. E., da Costa Rocha I., Williamson E. M., Heinrich M.,2015, Phytopharmacy: An Evidence-Based Guide to Herbal Medical Products, Wiley Blackwell, p.132
49. Chrubasik S., Eisemberg E., et al., Treatment of low back pain exacerbation with willow bark extract: a randomized study, Am. J. Med., 2000, 109, 9-14; Schmid B. et al., Efficacy and tolerability of a standirzed willow bark extract in patients with osteoarthritis: randomized placebocontrolled, double blind clinical trial, Phytother. Res., 2001, 15, 344-350
50. Bruneton J., 2002, Phytothérapie, les données de l’évaluation, Tec & Doc Lavoisier, Paris, p.99
51. Edwards S. E., da Costa Rocha I., Williamson E. M., Heinrich M.,2015, Phytopharmacy: An Evidence-Based Guide to Herbal Medical Products, Wiley Blackwell,p.394
52. Chrubasik S., Eisemberg E., et al., 2000 Treatment of low back pain exacerbation with willow bark extract: a randomized study, Am. J. Med., 109, 9-14; 53. Gagnier JJ et al.,2006, Herbal medicine for low back pain. Cochrane database of Systematic Reviews (2): CD004504
54. Vlachojannis J., et al, 2009, Systematic review on the effectiveness of willow barkfor musculoskeletal pain. Phytothearpy Research 23(7):897-900
55. Tomé D (2017) Muscle Protein Synthesis and Muscle Mass in Healthy Older Men. J Nutr 147: 2209-2211.
56. Ammon HP. Boswellic acids in chronic inflammatory diseases. Planta Med. 2006 Oct;72(12):1100-16.
57. Kimmatkar N, Thawani V, Hingorani L, Khiyani R., 2003,Efficacy and tolerability of Boswellia serrata extract in treatment of osteoarthritis of knee-a randomized double blind placebo controlled trial. Phytomedicine. Jan;10(1):3-7.
58. Siddiqui MZ, 2011, Boswellia serrata, a potential anti-inflammatory agent: an overview. Indian J Pharm Sci. 2011 May;73(3):255-61.
59. Drozdov V. N., Kim V. A., Tkachenko E. V., Varvanina G. G. 2012, Influence of a specific ginger combination on gastropathy conditions in patients with osteoarthritis of the knee or hip. The Journal of Alternative and Complementary Medicine. 18(6):583–588.
60. Mona Ghasemian et al., 2016, Review of Anti-Inflammatory Herbal Medicines, Advances in Pharmacological Sciences, Volume 2016 (2016), Article ID 9130979, 11 pages
61. Naderi Z. et al., 2015, Effect of ginger powder supplementation on nitric oxide and C-reactive protein in elderly knee osteoarthritis patients: A 12- week double-blind randomized placebo-controlled clinical trial. J Tradit Complement Med. Jan 28;6(3):199-203.
62. Black CD1, Herring MP, Hurley DJ, O’Connor PJ. Ginger (Zingiber officinale) reduces muscle pain caused by eccentric exercise. J Pain. 2010 Sep;11(9):894-903. doi: 10.1016/j.jpain.2009.12.013. Epub 2010 Apr 24.
63. Edwards S. E. et al.2015, op.cit., p.379
64. Mona Ghasemian et al., 2016, Review of Anti-Inflammatory Herbal Medicines, Advances in Pharmacological Sciences, Volume 2016 (2016), Article ID 9130979, 11 pages
65. Edwards S. E. et al.2015, op.cit., p.380
66. Chrubasik C, et al. ,2008, A systematic review on the Rosa canina effect and efficacy profiles. Phytother Res. 22(6):725-33
67. Edwards S. E. et al.2015, op.cit., p.273
68. Christensen R, Bartels EM, et al. (2008), Does the hip powder of Rosa canina (rosehip) reduce pain in osteoarthritis patients?-A meta-analysis of randomized controlled trials. Osteoarthritis Cartilage.16(9):965-72.
69. Capasso F., 2011, Farmacognosia, Springer, Milano, p.433
70. Piscoya J, Rodriguez Z, Bustamante SA, Okuhama NN, Miller MJ, Sandoval M, 2001, Efficacy and safety of freeze-dried cat’s claw in osteoarthritis of the knee: mechanisms of action of the species Uncaria guianensis. Inflamm Res. Sep; 50(9):442-8.
71. Rojas-Duran R., González-Aspajo G., Ruiz-Martel C., et al. 2012, Anti-inflammatory activity of mitraphylline isolated from Uncaria tomentosa bark. Journal of Ethnopharmacology. 143(3):801–804.
72. Tétau M., Scimeca D., 2005, Rajeunir nos tissus avec les bourgeons, Trédaniel Editeur, Paris, p.52