Connubio tra scienza e natura Ispirati dalla Natura, potenziati dalla ricerca
Un consiglio semplice e facilmente applicabile è quello di bere sempre molta acqua e, al contempo, assicurarsi di non trattenere la minzione in quanto il ristagno urinario porta a un peggioramento dell’infiammazione di questa ghiandola. Frequente bisogno di urinare, alterazione con diminuito calibro e forza del mitto (o getto) urinario, ripetuti risvegli notturni per svuotare la vescica, sensazione di svuotamento incompleto, incontinenza o ritenzione urinaria. Ipertrofia prostatica benigna IPB è un disturbo comune negli over 50. La sua eziologia è sconosciuta, ma probabilmente implica modifiche nell’equilibrio ormonale associate all’invecchiamento. Una volta confermata la natura benigna della patologia. La prostata ipertrofica, infatti, comprime l’uretra e fa pressione sulla vescica, e ciò ostacola la minzione e genera i fastidiosi sintomi che caratterizzano questa patologia. È importante ricordare, inoltre, che una corretta alimentazione e uno stile di vita adeguato possono efficacemente contribuire a contrastare l’aggravarsi della sintomatologia legata all’IPB. Dal punto di vista alimentare è bene evitare il consumo di alcool e caffè, per l’azione diuretica che manifestano, di grassi saturi (animali), in quanto stimolano la produzione di testosterone, e di alimenti che possono aumentare la congestione a livello pelvico . È bene aumentare l’apporto idrico (non la sera per evitare i risvegli notturni per urinare) in quanto un maggior apporto di acqua permette di “pulire e svuotare la vescica”. Frutta e verdure fresche, oltre a regolarizzare il transito intestinale grazie alla ricchezza in fibre (la stipsi rappresenta un fattore irritante per la prostata), presentano proprietà antiossidanti nei confronti dei radicali liberi. |
apparato emuntorio apparato genitale femminile apparato genitale maschile |
prostatite, ipertrofia prostatica, Tumore prostatico, IPB, ipertrofia prostatica benigna, prostatite cronica, dolore pelvico cronico, infiammazione prostatica, prostata ingrossata |
funghi medicinali
tende a migliorare il flusso urinario e a ridurre l’aumento di volume della prostata, perché inibisce la 5-alfa-reduttasi che trasforma il testosterone in DH-testosterone, responsabile dell’ingrossamento della prostata. Inoltre, blocca altre sequenze biochimiche che producono la crescita della prostata (Noguchi et al., 2008; Zaidman et al., 2008). Anche il Maitake è in grado di ridurre l’ingrossamento della ghiandola e di ripristinare il normale flusso Il Cordyceps aumenta nel testicolo (cellule di Leydig), quando è carente, il testosterone, l’ormone che regola il desiderio, l’erezione e la soddisfazione sessuale (Huang et al., 2001). Tende, inoltre, ad accrescere l’afflusso sanguigno ai corpi cavernosi del pene (le strutture cilindriche che, riempendosi di sangue, permettono l’erezione), rafforzando l’erezione (Pan et al., 2011). Uno studio condotto su 189 pazienti ha registrato un miglioramento della sessualità, sia nell’erezione sia dell’impotenza, nel 36% dei casi (Wan et al., 1988). Infine possiede un effetto ansiolitico e antidepressivo, che migliora lo stato psico-emotivo e contrasta la sterilità, favorendo l’aumento del numero e della mobilità degli spermatozoi (Zhu et al., 1998-I e 1998-II). Occorre sapere, infatti, che anche il Reishi è molto potente: inibisce la 5 alfa-reduttasi che trasforma il testosterone in DH-testosterone, una sostanza responsabile dell’ingrossamento della prostata. Inoltre, blocca altre sequenze biochimiche che comportano l’ingrossamento della prostata. Nei casi più complessi si può aggiungere anche Polyporus, un rimedio particolarmente efficace per la prostata, sia come prevenzione (protegge vescica e apparato urinario) sia come cura. Nella prostatite il Reishi e l’Agaricus hanno avuto risultati molto interessanti. L’Agaricus ha un forte effetto antibiotico (Bernardshaw et al., 2006), per merito anche della sostanza battericida 13ZE-LOH (Osaki et al., 1994), e un buon effetto antivirale (De Sousa Cardozo et al., 2011). |
tè verde
È risultato significativo nella prevenzione dei tumori dell’endometrio, del cavo orale, del polmone e della mammella. E tutti questi risultati si sono dimostrati statisticamente significativi rispetto al tè nero. L’EGCG è una catechina, cioè un componente polifenolico, abbondantemente presente nel tè verde. che svolgerebbe, oltre a una azione sul peso corporeo, anche attività antiossidante, riduzione della insulino-resistenza, capacità ipolipemizzante e addirittura anche proprietà antineoplastiche. L’EGCG è anche in grado di aumentare la termogenesi e di indurre sazietà. Sono poi stati documentati effetti sulla insulinoresistenza, una protezione contro l’ossidazione, soprattutto delle LDL, e un maggiore rilascio di monossido d’azoto (NO) da parte dell’endotelio. In altri termini, l’EGCG avrebbe azioni positive un po’ su tutta la sindrome metabolica, a cominciare dalla riduzione del peso corporeo. I primi studi clinici condotti sul tè verde, quindi con somministrazione attiva contro placebo, hanno riguardato proprio il tumore della prostata e sono stati condotti una decina di anni fa da un gruppo di ricercatori italiani guidati dal professor Saverio Bettuzzi del Dipartimento di medicina sperimentale dell’Università di Parma. In un primo studio clinico su 60 volontari con lesioni preneoplastiche è stato dimostrato che l’estratto di tè verde ha un’efficacia del 90% nel rallentare l’evoluzione tumorale, confermando l’effetto preventivo. A distanza di due anni dalla fine nel trattamento, sono stati controllati i pazienti già trattati, la metà circa delle persone curate con l’estratto: solo 2 avevano sviluppato il tumore, contro gli 11 del gruppo non trattato. Il tè verde si è pertanto dimostrato significativamente utile come vera terapia precoce per le lesioni precancerose, che oggi non vengono trattate affatto. I principi attivi che bloccano lo sviluppo delle cellule tumorali sono le catechine. L’evoluzione della lesione in tumore si blocca davvero, e non viene semplicemente rallentata. Non solo, l’effetto dell’estratto sembra molto utile anche nei casi di ipertrofia prostatica benigna. |
ortica
Commissione E, OMS ed ESCOP riconoscono l’uso per alleviare i disturbi della minzione associati a ipertrofia della prostata di grado I e II. La frazione polisaccaridica manifesta azione antinfiammatoria: l’azione antiedemigena può avere un ruolo importante nella riduzione dell’ostruzione cervico-prostatica contribuendo a migliorare il quadro funzionale. Sembra, inoltre, che alcune frazioni presenti nel fitocomplesso della pianta (lectine, sitosteroli ecc.) siano in grado di inibire, con un meccanismo che non è stato ancora chiarito, la crescita delle cellule prostatiche. |
curcuma
Numerosi studi ne hanno poi validato anche le proprietà coleretica, colagoga, antiflogistica e antiossidante per citarne le principali. Nella Sindrome dell’intestino irritabile le proprietà che si sono rivelate efficaci sono quella spasmolitica, antibatterica e antinfiammatoria che hanno permesso di ottenere un miglioramento del punteggio del dolore e disagio addominale prima e dopo il trattamento di 8 settimane. |
broccoli
Questi vegetali sono particolarmente ricchi di sulforafani, glucosinolati e altri antiossidanti. I sulforafani sono gli agliconi della glucorafanina (o sulforafano glucosinolato) naturalmente presente in tutte le specie Brassica. I broccoli contengono vitamina A, essenziale per il buon funzionamento della vista e per mantenere sana la pelle, vitamina C, fondamentale per il sistema immunitario, e vitamina K, molto importante per la coagulazione del sangue. Inoltre, sono ricchi di sali minerali come il potassio, il ferro, il fosforo, il calcio e lo zolfo (al quale si deve il caratteristico odore durante la cottura), elementi indispensabili per la costituzione di cellule e tessuti e per l’idratazione cutanea. I fitoestrogeni presenti riescono a contrastare l’insorgenza dei tumori connessi all’attività degli ormoni, quali il cancro alla mammella e quello alla prostata, ma anche la pianta matura dei broccoli, contenente indolo-3-carbinolo, ha effetti inibitori del cancro al seno. Inoltre, il buon contenuto di sostanze antiossidanti, come polifenoli, carotenoidi, indoli e appunto il sulforafano, li rende molto utili nella prevenzione dei tumori che colpiscono l’apparato digerente. Tali composti sembrano avere effetti benefici anche contro patologie cardiovascolari, disordini neurologici, ed effetti di invecchiamento. Quindi il broccolo, con i suoi polifenoli e il sulforafano è una grande barriera verde protettiva all’interno delle cellule umane contro molecole tossiche, chiamate radicali liberi dell’ossigeno, antagonizzando lo stress ossidativo individuale, responsabile di un invecchiamento precoce e di gravi patologie. |
prunus
azione antiedemigena e decongestionante. Tali proprietà contribuiscono a ridurre la sintomatologia disurica (pollachiuria e nicturia). La sua prescrizione è consigliata anche nel trattamento delle prostatiti. Studi condotti su cavia hanno dimostrato, inoltre, che aiuta a mantenere la funzionalità contrattile della vescica in caso di ostruzione parziale: «fattore positivo in caso di IPB, poiché questa affezione riduce la capacità della vescica di contrarsi e quindi di vuotarsi» (Capasso F., 2009). |
semi di zucca
la Commissione E del BfArM approva l’uso dei semi di zucca per alleviare i sintomi minzionali correlati all’IPB. La droga agisce migliorando il quadro funzionale ma non riduce l’ipertrofia. Sarebbero coinvolte anche le frazioni steroidali tramite un’inibizione della 5α-reduttasi e diminuzione della capacità di legame del diidrotestosterone intraprostatico. Spesso la sua prescrizione viene associata a quella di Serenoa repens. |
epilobio
le sommità della pianta sono impiegate dalla medicina popolare nel trattamento dell’IPB e nei disturbi della minzione a essa associati. Sono state evidenziate proprietà antiflogistiche, antiossidanti e immunomodulanti. |
melograno
contiene polifenoli con azione antiossidante è utile nella prevenzione dei rischi e dei disturbi del sistema vascolare favorire la funzionalità dell’apparato cardiovascolare, grazie all’acido ellagico, ha dimostrato ad esempio di inibire direttamente la crescita cellulare e di indurre l’apoptosi in linee cellulari di cancro prostatico umano sensibili agli androgeni. L’estratto di melagrana può ridurre i livelli sierici (medie) di glucosio, insulina, colesterolo totale, colesterolo LDL e plasmatici di MDA, IL-6 e hs-CRP ed aumentare i livelli di colesterolo HDL. Il melograno la capacità di preservare l’ossidazione dei lipidi e quindi sarebbero in grado di manifestare proprietà antiossidanti. |
aglio
attività immunostimolante dell’aglio sulle vie urinarie: sono stati valutati gli effetti della somministrazione orale di aglio sull’escrezione di citochine nelle vie urinarie. Sono stati analizzati relativamente ai livelli di interleuchina-8 (IL-8), interleuchina 12 (IL-12), Tumor Necrosis Factor-alfa (TNF-α), disolfuro di diallile (DADS) e solfuro di diallile (DAS). Dalla sperimentazione è emerso un aumento significativo (verso basale) dei livelli di IL-12. Gli autori della sperimentazione concludono osservando che questi risultati incoraggiano ulteriori studi finalizzati a indagare il ruolo immunostimolante dell’aglio nel tratto urinario e i suoi potenziali utilizzi terapeutici in ambito urologico. |
serenoa
La Commissione E dell’Istituto Federale per i Prodotti Farmaceutici (BfArM) e l’OMS riconoscono l’impiego della Serenoa repens come adiuvante per trattare le turbe urinarie (pollachiuria, disuria, pesantezza pelvica) che accompagnano l’IPB lieve e moderata (fasi I e II). Per quanto riguarda il meccanismo d’azione, sembra sia in gioco un’azione di inibizione della 5-α-testosterone-reduttasi, con inibizione della conversione del testerone in diidrotestosterone, un’azione di inibizione della ciclo-ossigenasi e un’azione antiestrogenica che si manifesta a livello del tessuto stromale con inibizione diretta della proliferazione stromale (Bruneton J., 2009). Da non dimenticare l’effetto spamolitico e decongestionante, che favorisce il miglioramento del quadro infiammatorio a livello della mucosa vescicale e uretrale, spesso concomitante. I principali componenti contenuti nel frutto maturo ed essiccato (drupa) sono: β-sitosterolo, acidi grassi liberi, carotenoidi, olio essenziale e polisaccaridi. |
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