n 25

l’ipertensione riguarda uno yang che prende il sopravvento per la presenza di eccessiva umidità all’interno del corpo per cause legate ad un’alimentazione troppo ricca di cibi raffinati, grassi e sedentarietà. La scelta di un corretto stile di vita può contribuire alla prevenzione o al differimento del trattamento farmacologico in pazienti ipertesi (coloro che in almeno due misurazioni ambulatoriali distanziate presentino livelli di pressione arteriosa – PA – superiori o uguali a 140 mmHg per la sistolica e/o a 90 mmHg per la diastolica) di grado 1 e alla riduzione dei valori pressori nei soggetti con ipertensione più grave, consentendo loro un minore uso di medicinali. La PA è la forza esercitata dal sangue contro le pareti delle arterie. Quando il cuore si contrae spingendo il sangue in queste ultime, si registra la pressione arteriosa sistolica o “massima”, quando invece tra un battito e l’altro il cuore si riempie di sangue, si rileva la pressione diastolica o “minima”. Tra le indicazioni capaci di abbassarla e di diminuire alcuni fattori di rischio CV (Cardio-Vascolare) le Linee Guida europee raccomandano:• Un elevato consumo di frutta e verdura (300/400 grammi al giorno)
• Una maggiore assunzione di pesce e prodotti integrali e minore di carne e zuccheri raffinati    
• Una ridotta immissione di lipidi (grassi saturi e colesterolo)
• Una limitazione nel consumo di sale (secondo l’Oms dovrebbe essere di 2 grammi al giorno) dagli attuali 9-12 g/die a 5-6 g/ die (una diminuzione di 5 g/die di sale fa scendere in soggetti ipertesi la PA sistolica di 4-5 mmHg) e quindi di salumi e formaggi stagionati. Un eccesso di sodio comporta che 1,65 milioni di individui ogni anno nel mondo muoiano per cause cardiovascolari come l’infarto e può provocare anche una serie di malattie renali e il cancro allo stomaco
• Una ristretta introduzione di sostanze stimolanti (contenenti caffeina e guaranà) e di alcool. Gli uomini non dovrebbero superare i 20-30 grammi giornalieri di quest’ultimo e le donne i 10-20 grammi (12 g sono presenti in un bicchiere piccolo da 125 ml di vino e in una lattina di birra da 330 ml, entrambi di media gradazione, e in una dose da bar di 40 ml di superalcolico)
• Il controllo o, se in sovrappeso, il dimagrimento e la riduzione della circonferenza addominale (<88 cm nella donna e <102 cm nell’uomo). Esiste infatti una correlazione diretta tra aumento di peso e pressione: una perdita di 5 kg si associa a un abbassamento medio di PA massima e minima pari a circa 4 mmHg con diminuzione di obesità, diabete e rischio di cancro
• Una regolare attività motoria aerobica moderata (camminata a passo veloce, jogging, nuoto, bicicletta o cyclette, danza, vogatore) di almeno 30 minuti per 5-7 giorni alla settimana. L’esercizio aerobico metodico oltre a produrre benefici a livello cardiovascolare e respiratorio è in grado di far scendere negli ipertesi i valori pressori a riposo di circa 6 mmHg
• L’astenersi dal fumare, un fattore di rischio per ipertensione e malattie CV aterosclerotiche.
È da evitare la liquirizia (solo in particolari occasioni in piccole quantità) perché tende ad alzare la pressione, il cui aumento dipende da molti elementi tra cui quelli emodinamici (causa di aneurismi, arteriopatie periferiche, insufficienza renale cronica e retinopatia), genetici, neurologici, ambientali, endocrini e metabolici. Negli individui tra i 45 e i 69 anni, l’innalzamento della pressione è a sua volta responsabile del 54% circa degli ictus e del 47% delle cardiopatie ischemiche. Per meglio valutare il pericolo cardiovascolare, le Linee Guida ESH (Società Europea dell’Ipertensione Arteriosa)/ESC (Società Europea di Cardiologia) considerano alcune componenti capaci di influenzare la prognosi dell’iperteso, diverse dalla PA clinica: come il rischio CV globale (basso, moderato, alto e molto alto) in relazione ai valori di pressione arteriosa massima e minima e alla prevalenza di eventualità patologiche, di danno d’organo asintomatico, di diabete, di nefropatia cronica o di malattia CV sintomatica; se è basso-moderato, si contempla l’eventuale avvio della terapia farmacologica quando, nonostante le modifiche dello stile di vita, i livelli pressori rimangono costanti. Coerentemente infine con i principi di una strategia ottimale, in linea con una corretta condotta salutare, tutte le Linee Guida sottolineano l’importanza della cura dell’ipertensione senza l’uso di medicinali. Nello specifico, le indicazioni europee prevedono di prolungare per diversi mesi il controllo, solo dopo previa modifica dello stile di vita, della PA negli ipertesi di grado 1 con rischio CV lieve-moderato (se l’apparato CV funziona male si può avere più facilmente un indebolimento della memoria e dell’apprendimento). La troppa sedentarietà è stata collegata alle calcificazioni delle coronarie: per ogni ora che si è seduti, a prescindere da quanto movimento si pratichi, i depositi nelle arterie aumentano del 14%, incrementando la possibilità di sviluppare malattie cardiache. L’aterotrombosi ha due ben distinti meccanismi: l’aterosclerosi e la trombosi. La prima si caratterizza per la presenza di una placca (in gran parte composta da materiale lipidico) che, ingrandendosi molto lentamente (di solito nel corso di decenni) nel lume di un’arteria, ne determina un restringimento (stenosi). Quando quest’ultimo inizia a essere clinicamente significativo (ostruzione di almeno il 50%) genera, a livello delle cellule dell’organo irrorato dall’arteria stenotica, una riduzione dell’afflusso del sangue e quindi dell’ossigeno e delle sostanze nutritive. Tale deficit dovuto all’aterosclerosi viene definito ischemia, che dà segnali soprattutto sotto sforzo cioè quando è necessaria una maggiore irrorazione del sangue (che non può esserci proprio a causa della stenosi) per sopperire alle accresciute esigenze. Le arterie più spesso colpite da essa sono le coronarie (arterie del cuore), quelle del cervello e degli arti inferiori. La seconda si verifica quando in una placca aterosclerotica, sebbene modesta (con stenosi inferiore al 50%), si crea una piccola fissurazione capace di portare a una rapida e massiva aggregazione di piastrine con formazione di un coagulo (trombo), che spesso può ostruire (talora completamente) il vaso e determinare un processo ischemico acuto (trombosi). Pertanto aterosclerosi e trombosi sono due eventi ben distinti, che si differenziano soprattutto per la velocità con cui si manifestano: l’una in modo molto lento e l’altra rapido. Gli antipertensivi non devono essere trascurati dagli anziani: i cosiddetti “beta-bloccanti” frenano i recettori beta-adrenergici usati dal nostro sistema nervoso simpatico per attivare l’intero metabolismo: se sono bloccati la pressione si abbassa, ma anche tutto il tono fisico generale. Altri antipertensivi (ace-inibitori, sartanici, calcio antagonisti) sono forse meno dannosi a livello metabolico, tuttavia impediscono sempre la contrazione dei vasi che porta sangue ai distretti corporei più lontani. Numerosi studi dimostrano che la limitazione del consumo di cibi di provenienza animale (carni conservate e rosse e latticini), insieme a una maggiore assunzione di legumi (anche soia preferibilmente biologica), permette di controllare il colesterolo “cattivo” LDL, la glicemia e i trigliceridi, ecc. Nei paesi industrializzati la Sindrome Metabolica è presente con un’oscillazione che va dal 27% al 35% della popolazione adulta ed è correlata direttamente a diabete, obesità, infarto, ictus cerebrale, cancro e a una serie di patologie oculari o degenerative come Parkinson, Alzheimer e iperplasia prostatica: attualmente rappresenta una delle principali cause di malattia e di morte precoce. Essa si diagnostica in presenza di tre o più dei seguenti fattori:
• Adiposità addominale
• Pressione arteriosa > di 130/85 mm Hg
• Glicemia > di 100 mg/100 ml
• Colesterolo HDL < di 50 mg/100 ml nella donna e <40 mg/100 ml nell’uomo
• Trigliceridi > 150 mg/100 ml
L’insulino-resistenza svolge un ruolo chiave nel determinare sia la dislipidemia tipica della sindrome metabolica (elevati livelli di trigliceridi e basse concentrazioni plasmatiche di colesterolo HDL) sia l’ipertensione mediante dinamiche ampiamente studiate.

scopri i rimedi naturali su naturocare.it

apparato emuntorio
apparato cardiovascolare
ipertensione , distretto arterioso, malattia cardiovascolare, coronarie, cardiopatia, ischemica, angina pectoris, infarto del miocardio, scompenso cardiaco, arterie cerebrali, malattia cerebrovascolare, attacco ischemico transitorio, stroke ischemico, arterie arto inferiore, malattia vascolare periferica, claudicatio intermittens, ischemia critica degli arti inferiori, ictus, cardiopatie ischemiche, pressione arteriosa (pa), pressione sistolica, pressione diastolica, l’ipertensione arteriosa, disordine emodinamico aneurismi, arteriopatie periferiche, insufficienza renale cronica e retinopatia, patologie coronariche, ictus cerebrale, scompenso cardiaco, insufficienza renale, ipoperfusione degli organi vitali
.

carcadè

Segnalate proprietà antiossidanti, ipotensivanti e ipocolesterolemizzanti.
Un consumo regolare di carcade potrebbe
rappresentare un efficace ausilio in pazienti a rischio
di sviluppare ipertensione. Da non sottovalutare inoltre
l’azione epatoprotettrice e blandamente lassativa. Studi
in vitro hanno evidenziato che i fiori di il carcade presentano
proprietà antiossidanti mentre sono state dimostrate
proprieta ipotensivanti e ipocolesterolemizzanti in modelli
animali. Uno studio che ha coinvolto 65 volontari di età
compresa tra 30 e 65 anni con ipertensione lieve o moderata
ha dimostrato un effetto benefico sulla pressione
sanguigna in adulti pre- e leggermente ipertesi. Un consumo regolare
di carcade potrebbe rappresentare un’efficace ausilio in
pazienti a rischio di sviluppare ipertensione (McKay DL
et all., 2008).
Dal punto di vista clinico le foglie
di olivo possono essere impiegate nelle forme di ipertensione
arteriosa di grado modesto, ove determinano ipotensione
tramite un meccanismo di vasodilatazione periferica: i
preparati presentano una buona tollerabilita e non provocano
azione depressoria a livello cardiaco. L’effetto ipotensore
compare dopo 20-30 minuti dalla somministrazione
e aumenta gradatamente sino a determinare un certo miglioramento
dei disturbi dovuti allo stato ipertensivo. La
terapia deve essere seguita per periodo prolungato. Prove
in vitro hanno segnalato, inoltre, che uno dei principi attivi,
oleuropeina (glicoside secoiridoide), possiede proprieta
antiossidanti (Baycin D. et all., 2004).

biancospino

Preparati a base di Biancospino manifestano benefiche
proprieta a livello cardio-vascolare. ESCOP, OMS e Commissione
E della Sanita tedesca riconoscono l’impiego delle
preparazioni per sostenere le funzioni cardiovascolari.
A livello cardiaco tali preparati incrementano l’apporto
ematico a miocardio e coronarie, determinando una migliorata
tolleranza all’anossia. La pianta agisce sul sistema
cardiovascolare da una parte dilatando la muscolatura dei
vasi, in particolare quelli coronarici, per cui diminuendo
la resistenza periferica determina un’azione ipotensiva,
dall’altra agendo direttamente sul miocardio con un’azione
inotropa positiva. Il Biancospino manifesta, inoltre, anche
azione sedativa e miorilassante e il suo impiego può
contribuire a eliminare la componente emotiva presente
in alcuni stati ipertensivi. Principale responsabile di tale
attività sarebbe la frazione flavonoidica, in particolare le
procianidine. L’azione della droga non e immediata ma si
instaura progressivamente in seguito a un uso prolungato
nel tempo.

maitake

A livello
metabolico diminuisce i livelli totali di
colesterolo nel plasma e aiuta a controllare
la pressione arteriosa, diminuendo il rischio
cardiovascolare soprattutto negli obesi. Sul
controllo del peso ha mostrato un aumento
dell’attività metabolica e la diminuzione della
sintesi degli acidi grassi a partire dal glucosio,
così come l’inibizione della maturazione
degli adipociti bruni.

angelica

Le ricerche attuali hanno
mostrato che sia efficace nella riduzione
della pressione arteriosa sia nella protezione degli
organi bersaglio.
Una recente metanalisi basata su 49 trial clinici randomizzati
ha mostrato che l’efficacia clinica per entrambi
i problemi nel gruppo che ha assunto l’angelica
e risultata significativamente più alta rispetto al
gruppo di controllo.
Un recente trial fornisce nuovi dati nel trattamento
della spondilosi cervicale. Nonostante il campione
sia limitato, l’applicazione di altre terapie combinate
con l’uso dell’Angelica può migliorare il trattamento
e i risultati.
Una recente revisione sistematica con metanalisi suggerisce
che l’integrazione con formule a base di angelica,
in sinergia con il trattamento di routine, può essere
un intervento valido in pazienti con sepsi.

olivo

proprietà diuretiche e ipotensivanti, oltre a quelle blandamente
ipoglicemizzanti. Dal punto di vista clinico le foglie
di olivo possono essere impiegate nelle forme di ipertensione
arteriosa di grado modesto, ove determinano ipotensione
tramite un meccanismo di vasodilatazione periferica: i
preparati presentano una buona tollerabilita e non provocano
azione depressoria a livello cardiaco. Tra i suoi componenti più attivi abbiamo l’oleuropeina,
dei triterpeni e dei flavonoidi.
Le foglie fresche della pianta hanno dimostrato di
agire in modo favorevole su colesterolo, glicemia e
pressione arteriosa (effetto diuretico e vasodilatatore).
Le foglie di ulivo essiccate utilizzate in decotto
vengono poi sfruttate contro gotta e reumatismi.
L’oleuropeina è un polifenolo che non ha solo potere
antiossidante, ma che è anche responsabile (sia
libero che in forma di glucoside) delle proprietà
curative dell’ulivo, oltre che del caratteristico sapore
amaro e pungente delle olive e dell’olio di oliva.
In modo simile
all’oleuropeina l’oleocantale rallenta la formazione
di beta-amiloide nel cervello, proteggendo così
dalla degenerazione senile dell’Alzheimer.
Un’azione più decisa sugli aspetti ipertensivi è
invece svolta dall’oleacina e dal beta-sitosterolo.
L’oleacina (un altro polifenolo) inibisce la 5-lipossigenasi,
un enzima chiave per la produzione
di leucotrieni proinfiammatori, svolgendo quindi
azione antinfiammatoria naturale. L’effetto antipertensivo
è però ottenuto grazie al duplice
effetto di aumento della diuresi e di vasodilatazione
periferica. La pressione non cala quindi
– come per esempio con i betabloccanti – per un
rallentamento dell’attività cardiaca, ma grazie al
positivo effetto naturale sui vasi che garantisce
un adeguato flusso di sangue in periferia. Ancora
una volta scopriamo quanto sia prezioso il valore
sinergico degli estratti di piante che abbiamo ogni
giorno sotto gli occhi e del cui valore, talvolta,
neppure sospettiamo l’ampiezza.
L’effetto ipotensore
compare dopo 20-30 minuti dalla somministrazione
e aumenta gradatamente sino a determinare un certo miglioramento
dei disturbi dovuti allo stato ipertensivo. La
terapia deve essere seguita per periodo prolungato. Prove
in vitro hanno segnalato, inoltre, che uno dei principi attivi,
oleuropeina (glicoside secoiridoide), possiede proprieta
antiossidanti (Baycin D. et all., 2004).

cacao

assunzione di cacao è correlato
all’abbassamento della pressione arteriosa periferica, due prime meta-analisi hanno
trovato un effetto di riduzione della pressione arteriosa del cioccolato (Ding et al. 2007). Una meta-
analisi di Egan, sul cacao e i suoi effetti sulla pressione
arteriosa, ha identificato 13 studi (Egan et al.
2010). Nello stesso anno la revisione di Ried e colleghi
ha analizzato 13 RCT per gli effetti del cioccolato
ricco di flavanolo sulla pressione arteriosa in individui
ipertesi e normotesi. La meta-analisi ha rivelato
un effetto di riduzione della pressione arteriosa, superiore
al placebo, per i sottogruppi ipertesi o pre-ipertensivi
ma non per quello normoteso. (Ried
et al. 2010). La revisione sistematica e la meta-analisi
di Shrime e colleghi ha concluso che esiste un’associazione
statisticamente significativa tra il consumo
di cacao ricco di flavonoidi e la riduzione della pressione
arteriosa sistolica (Shrime et al. 2011), e la revisione
di Hooper e colleghi ha rilevato che il consumo
di cioccolato era associato a riduzioni
moderate della pressione arteriosa
diastolica e della pressione arteriosa
(Hooper et al. 2012).
La più recente revisione sistematica dei dati del Cochrane
Institute conclude che gli studi clinici su cioccolato
ricco in flavanoli e su prodotti a base di cacao,
forniscono prove di effetti di riduzione
della pressione arteriosa, anche se molto ridotti
(2 mmHg), in adulti principalmente sani e a breve
termine. Nonostante l’elevata eterogeneità dei dati è
possibile suggerire che la pressione del sangue basale
potrebbe avere un ruolo nell’effetto del cacao sulla
pressione sanguigna, nel senso che gli effetti sarebbero
più spiccati in soggetti ipertesi rispetto a soggetti
normotesi (Ried et al. 2017).

aglio

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità estratti di Aglio possono essere utili nel trattamento dell’ipertensione di tipo lieve. L’effetto ipotensore, che ne fa un valido coadiuvante nel trattamento dell’ipertensione essenziale, sarebbe dovuto ai derivati tiocianici e all’inibizione nella secrezione di catecolamine. Sono presenti, inoltre, proprietà diuretiche attribuibili soprattutto ai fruttosani e all’olio essenziale.
Da non sottovalutare, inoltre la concomitante azione ipocolesterolemizzante che può contribuire a contenere il rischio cardiovascolare.
Sono state dimostrate, inoltre, modiche proprietà antiaggreganti piastriniche e fibrinolitiche con aumento del tempo di sanguinamento. L’attività è simile a quella dell’aspirina con riduzione del rischio di trombosi. Viene segnalata la presenza di ajoene (inibitore della lipossigenasi) ed avente attività di antiaggregante piastrinico. Preparati a base di Aglio presentano, inoltre, per la ricchezza in Zolfo, un’interessante azione antiossidante.
Commissione E, ESCOP e OMS riconoscono l’uso dell’aglio, unitamente alle misure dietetiche, nel trattamento dell’ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia, nella prevenzione delle patologie vascolari associate con l’invecchiamento (aterosclerosi). L’effetto ipotensore, che ne fa un valido coadiuvante nel trattamento dell’ipertensione essenziale, sarebbe dovuto ai derivati tiocianici e all’inibizione nella secrezione di catecolamine. Sono presenti, inoltre, proprietà diuretiche attribuibili soprattutto ai fruttosani e all’olio essenziale.

quercitina

Una recente revisione sistematica ha
mostrato che l’assunzione del flavonoide
quercetina può ridurre in modo
considerevole l’ipertensione in soggetti
con malattie cardiovascolari.
La ricerca, pubblicata su Nutrition
Reviews.
Studi precedenti hanno indicato che
l’assunzione di quercetina esplica
un effetto salutistico attraverso attività
anticoagulante, antinfiammatoria,
antipertensiva e ipoglicemizzante,
con effetti positivi sui disturbi del
metabolismo lipidico.
Un team di ricercatori cinesi della
Southern Medical University, guidato
da Haohai Huang, ha esaminato 17
studi, con un totale di 896 partecipanti,
che hanno valutato l’impatto della
quercetina sulla pressione sanguigna
e sui livelli di glucosio; ogni studio ha
valutato i livelli di glicemia, colesterolo
totale e/o insulina.
Il risultato aggregato di 13 bracci
di trattamento durante gli studi ha
dimostrato che la quercetina ha
ridotto in modo notevole la pressione
arteriosa sistolica. Inoltre, i soggetti che
hanno consumato quercetina per otto
settimane o più hanno mostrato livelli
significativamente migliori di colesterolo
LDL. La quercetina non ha influito in
modo marcato sul livello di colesterolo
totale e non ha modificato in modo
statisticamente significativo i valori
della glicemia.
La ricerca ha concluso che una riduzione
della pressione arteriosa superiore a 10
mmHg riduce il rischio cardiovascolare
per insufficienza cardiaca del 50%, per
ictus 35% – 40% e dal 20% al 25% per
infarto del miocardio.

cumino

Una metanalisi ha concluso che l’utilizzo di cumino nero ha portato a una riduzione della
pressione sistemica e diastolica, indipendente dal tempo di trattamento
o dal dosaggio.
Nonostante siano necessari ulteriori studi per consolidare
le evidenze, la metanalisi suggerisce che il trattamento
a breve termine può ridurre
significativamente la pressione sanguigna (Sahebkar
et al. 2016).

scopri i rimedi naturali su naturocare.it

1. Doménech M. et al. Mediterranean diet reduces 24-hour ambulatory blood pressure, blood glucose, and lipids: one-year randomized, clinical trial. Hypertension. 2014 Jul;64(1):69-76.

2. A. Mazza et al., Controversie sulle linee guida dell’ipertensione. FADOI. QUADERNI – Italian

Journal of Medicine Agosto 2015; vol. 3: 149-153.

3. G. Mancia et al., Linee Guida 2013 ESH/ESC per la diagnosi e il trattamento dell’ipertensione arteriosa. Task Force per la Diagnosi ed il Trattamento dell’Ipertensione Arteriosa della Società Europea dell’Ipertensione Arteriosa (ESH) e della Società Europea di Cardiologia (ESC). Supplemento ipertensione e prevenzione cardiovascolare. Aprile-Settembre 2013. Vol. 20. N. 2-3.

4. Michael A. Weber, MD et al., Clinical Practice Guidelines for the Management of Hypertension in the Community. A Statement by the American Society of Hypertension (ASH) and the International Society of Hypertension (ISH). Journal of Hypertension 2014; 32(1):3-15.

5. Estruch R. et al. Primary prevention of cardiovascular disease with a Meditarranean diet. N Engl J Med. 2013 Apr 4;368(14):1279-90.

6. Paul A. James et al., Evidence-Based Guideline for the Management of High Blood Pressure in Adults. Report From the Panel Members Appointed to the Eighth Joint National Committee (JNC 8). JAMA. 2014;311(5):507-520. doi:10.1001/jama.2013.284427.

7. Alan S. Go, MD et al., An Effective Approach to High Blood Pressure Control A Science Advisory From the American Heart Association, the American College of Cardiology, and the Centers for Disease Control and Prevention. J Am Coll Cardiol. 2014,63(12):1230-1238.doi:10.1016/j.jacc.2013.11007.

8. Lars H Lindholm et al., The new Japanese Society of Hypertension guidelines for the management of hypertension (JSH 2014): a giant undertaking. Hypertension Research (2014) 37, 391–392; doi:10.1038/hr.2014.21.

9. Neter JE et al. Influence of weight reduction on blood pressure: a meta-analysis of randomized controlled trials. Hypertension. 2003 Nov;42(5):878-84.

10. Laslett LJ, Alagona P, Clark BA, et al., The worldwide environment of cardiovascular disease: Prevalence, diagnosis, therapy, and policy issues. A report from the American College of Cardiology, J Am Coll Cardiol 2012; 60 (25suppl):S1–S49.

11.Toth PP, Potter D, Ming EE, Prevalence of lipid abnormalities in the United States: The National Health and Nutrition Examination Survey 2003– 2006, J Clin Lipidol 2012;6:325–330.

12. Raju SB, Varghese K, Madhu K, Management of statin intolerance, Indian J Endocrinol Metab 2013;17:977–982.

13. Bellosta S, Paoletti R, Corsini A. Safety of statins: Focus on clinical pharmacokinetics and drug interactions. Circulation 2004; 109 (23suppl1): III50–III57.

14. Nozue T, Hattori H, Ishihara M, et al, Comparison of effects of pitavastatin versus pravastatin on serum proprotein convertase subtilisin/ kexin type 9 levels in statin-naive patients with coronary artery diseases, Am J Cardiol 2013; 111:1415-9.

15. Joseph V. Danavi, DO, Shermeen B. Memon, MD, and Binh An P. Phan, MD, Statin Alternatives. A Review of Over-the-Counter Lipid-Lowering Supplements, Alternative and Complementary Therapies, October 2015.

16. Gebhardt R, Multiple inhibitory effects of garlic extracts on cholesterol biosynthesis in hepatocytes, Lipids, 1993; 28: 613–619.

17. Warshafsky S, Kramer RS, Sivak SL, Effect of garlic on total serum cholesterol: A meta-analysis, Ann Intern Med 1993; 119:599–605.

18. Gardner CD, Chatterjee LM, Carlson JJ, The effect of a garlic preparation on plasma lipid levels

in moderately hypercholesterolemic adults, Atherosclerosis 2001;154: 213–220.

19. Sobenin IA, Pryanishnikov VV, Kunnova LM, et al., The effects of timereleased garlic powder tablets on multifunctional cardiovascular risk in patients with coronary artery disease, Lipids Health Dis, 2010;9: 119.

20. Sobenin IA, Andrianova IV, Demidova ON, et al., Lipid-lowering effects of time-released garlic powder tablets in double-blinded placebo-controlled randomized study, J Atheroscler Thromb, 2008;15:334–338.

21. Jung ES, Park SH, Choi EK, et al. Reduction of blood lipid parameters by a 12-wk supplementation

of aged black garlic: A randomized controlled trial, Nutrition 2014; 30:1034–1039.

22. Zeng, Fang-Fang Guo, Cui-Li Zhang, Fu- Yong Song, Xiu-Lan Zhao and Ke-Qin Xie, A meta-analysis of randomized, double-blind, placebo-controlled trials for the effects of garlic on serum lipid profiles, Journal of the Science of Food and Agriculture, 2012.

23. X.J. Xiong, P.Q. Wang, S.J. Li, X.K. Li, Y.Q. Zhang, J. Wang, Garlic for hypertension: A systematic

review and meta-analysis of randomized controlled trials, Phytomedicine , Vol 22, pp. 352–361.

24. K. Ried, N. Travica, A. Sali, The effect of aged garlic extract on blood pressure and other cardiovascular risk factors in uncontrolled hypertensives: the AGE at Heart trial, Integrated Blood Press Control, 2016, Volume 9, 9–21.

25. Bogdanski P, Suliburska J, Szulinska M, et al., Green tea extract reduces blood pressure, inflammatory biomarkers, and oxidative stress and improves parameters associated with insulin resistance in obese, hypertensive patients, Nutr Res, 2012; 32:421–427.

26. Nagao T, Hase T, Tokimitsu I, A green tea extract high in catechins reduces body fat and cardiovascular risks in humans, Obesity (Silver Spring) 2007; 15:1473–1483.

27. Batista GA, Cunha CL, Scartezini M, et al., Prospective double-blind crossover study of Camellia sinensis (green tea) in dyslipidemias, Arq Bras Cardiol, 2009;93:128–134.

28. Basu A, Sanchez K, Leyva MJ, et al., Green tea supplementation affects body weight, lipids, and lipid peroxidation in obese subjects with metabolic syndrome. J Am Coll Nutr 2010;29:31–40.

29. Di Pierro F, Menghi AB, Barreca A, et al. Greenselect Phytosome as an adjunct to a low-calorie diet for treatment of obesity: A clinical trial. Altern Med Rev 2009; 14:154–160.

30. Deng R. Therapeutic effects of guggul and its constituent guggulsterone: Cardiovascular benefits. Cardiovasc Drug Rev 2007; 25:375–390.

31. Szapary PO, Wolfe ML, Bloedon LT, Cucchiara AJ, Der-Maderosian AH, Cirigliano MD, 2003, JAMA 290, 765-772.

32. Nohr LA, Rasmussen LB, Straand J. Resin from the mukul myrrh tree, guggul, can it be used for treating hypercholesterolemia? A randomized, controlled study. Complement Ther Med 2009;17: 16–22.

33.Ulbricht C, Basch E, Szapary P, Hammerness P, et al. Guggul for hyperlipidemia: a review by the Natural Standard Research Collaboration. 2005, Compl. Ther. Med. 13, 279-290.

34. Thompson Coon J, Ernst E. Herbs for serum cholesterol reduction: a systematic review, J. Fam. Pract. 2003; 52, 468-478.

35. Sumioka I, Hayama M, Shimokawa Y, Shiraishi S et al., Lipid-lowering effect of monascus garlic fermented extract (MGFE) in hyperlipidemic subjects, Hiroshima J Med Sci., 2006;55:59–64.

36.Cicero AF, Brancaleoni M, Laghi L, Donati F, Mino M, Complement. Ther. Med. 2005; 13, 273-278

37. Bogsrud MP, Ose L, Langslet G, et al., Hypo-Col (red yeast rice) lowers plasma cholesterol: A randomized placebo controlled study, Scand Cardiovasc J, 2010; 44:197–200.

38. Verhoeven V, Lopez Hartmann M, Remmen R, et al., Red yeast rice lowers cholesterol in physicians—a double blind, placebo controlled randomized trial, BMC Complement Altern Med, 2013; 13:178.

39. Ogier N, Amiot MJ, George´ S, et al. LDL-cholesterol-lowering effect of a dietary supplement with plant extracts in subjects with moderate hypercholesterolemia, Eur J Nutr, 2013; 52:547–557.

40. He FJ. et al. Effect of longer-term modest salt reduction on blood pressure. Cochrane Database Syst Rev. 2013 Apr 30;(4):CD004937.

41. Mannarino MR, Ministrini S, Pirro M, Nutraceuticals for the treatment of hypercholesterolemia, Eur J Intern Med., 2014 Sep;25(7):592-9.

42. Catapano AL, Reiner Z, De Backer G, Graham I et al., ESC/EAS Guidelines for the management of dyslipidaemias The Task Force for the management of dyslipidaemias of the European Society of Cardiology (ESC) and the European Atherosclerosis Society (EAS), Atherosclerosis, 2011 Jul;217(1):3-46.

43. Graudal NA. et al. Effects of low sodium diet versus high sodium diet on blood pressure, renin, aldosterone, catecholamines, cholesterol, and triglyceride. Cochrane Database Syst Rev. 2017 Apr 9;4:CD004022.

44. 2018 ESC/ESH Guidelines for the management of arterial hypertension. The Task Force for the management of arterial hypertension of the European Society of Cardiology (ESC) and the European Society of Hypertension (ESH). Journal of Hypertension 2018, 36:1953-2041.

45. Thomopoulos C. et al. Effects of blood pressure lowering on outcome incidence in hypertension. 1. Overview, metaanalyses, and meta-regression analyses of randomized trials. J Hypertens. 2014 Dec;32(12):2285-95.

46. Ettehad D. et al. Blood pressure lowering for prevention of cardiovascular disease and death: a systematic review and meta-analysis. Lancet. 2016 Mar 5;387(10022):957-967.

47. Catapano L. A., Graham I., De Backer G., Wiklund O. et al., ESC/EAS Guidelines for the Management of Dyslipidaemias, European Heart Journal, 27 agosto 2016.

48. Genser B., Plant sterols and cardiovascular disease:a systematic review and meta-analysis, Eur. Heart J., 2012, 33; 444 – 451.

49. Jakulj L., Plasma plant sterols serve as poor markers of cholesterol absorpition in man, in J. Lipid Res., 2013, 54; 1144-1150.

56. Williams B. et al. Spironolactone versus placebo, bisoprolol, and doxazosin to determine the optimal treatment for drug-resistant hypertension (PATHWAY-2): a randomised, double-blind, crossover trial. Lancet. 2015 Nov 21;386(10008):2059-2068.

51. Rosenman R. H., Psychological influence on the variability of plasma cholesterol, Homeostasis, 2003; 34, 129 – 136.

52. Rzman D., Perspectives of the non-statin hypolipidemic agents, Pharmacol. Therap., 2010, 127; 19 – 40.


Costruiamo qualcosa insieme.


%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: