n 22

Fornisce un adeguato apporto di antiossidanti che servono a mantenere l’efficienza funzionale delle cellule immunitarie, proteggendole dalle alterazioni omeostatiche indotte dallo stress ossidativo. Per contrastare i danni di quest’ultimo l’organismo attiva i sistemi enzimatici (superossido dismutasi, glutatione perossidasi) e i cofattori di tipo oligominerale (selenio, zinco, rame, manganese). Una seconda linea di difesa è costituita da antiossidanti endogeni a basso peso molecolare come glutatione e ubichinolo, da quelli di tipo vitaminico (vitamine C ed E, β-carotene) e dai polifenoli. Gli antociani sono in grado di favorire la microcircolazione e la rigenerazione della rodopsina, di aumentare la velocità di riproduzione dei pigmenti retinici e di migliorare e normalizzare le carenze dell’adattamento all’oscurità e della qualità della percezione visiva (in particolare in condizioni di luce crepuscolare). È quindi valida la prescrizione di questo integratore in caso di miopia, nelle alterazioni del visus, nelle retinopatie diabetiche e nella fotofobia (specialmente in presenza di illuminazione artificiale). I carotenoidi sono un’ampia classe di pigmenti gialli, arancioni e rossi, caratterizzanti esplicitamente molti frutti (peperoni, pomodori, agrumi, ecc.) e anche molte foglie (si rivelano solo quando la clorofilla svanisce): sono rintracciabili in una grande varietà di prodotti del mondo vegetale, ma nessuno di loro è singolarmente indispensabile per la vita (metaboliti secondari), anche se la totale eliminazione della loro sintesi è letale per ogni organismo (metaboliti primari). Altrettanto nota è l’importanza di un carotenoide specifico per la salute oculare contenente atomi di ossigeno: la luteina (comunemente definita xantofilla). Sono tre i carotenoidi (la capostipite luteina, zeaxantina e meso-zeaxantina, pigmenti della macula umana) in grado di passare la Membrana Emato Encefalica-MEE, di prevenire le lesioni responsabili della degenerazione maculare senile e forse di giocare un ruolo rilevante nello sviluppo visivo dei bambini, sia per la loro azione antiossidante e antinfiammatoria sia per la loro abilità di assorbire la dannosa luce blu che arriva all’occhio. Sebbene i pigmenti maculari siano tre, la fonte di due di essi è la luteina alimentare, che viene avvertita in maniera selettiva dai tessuti oculari e in particolare dalla macula ed è da 5 a 7 volte più abbondante nella dieta rispetto alla zeaxantina. È possibile misurare la sua densità nell’occhio in maniera semplice tramite un testo efficace e non invasivo, cosa che lo rende un marcatore per la protezione di alcune malattie oculari e anche per le funzioni visive. Essa ha anche risposte benefiche per l’attività cognitiva: è il principale carotenoide presente nel cervello degli anziani (nonostante non sia il più rilevante nel flusso ematico), suggerendo una captazione preferenziale e, a differenza dei tocoferoli e del beta-carotene, è costantemente associata (sia statisticamente sia clinicamente) ai risultati di un ampio ventaglio di esami cognitivi (funzione esecutiva, linguaggio, apprendimento, memoria), ma soprattutto gli effetti della luteina sui test corrispondono a elevate sue concentrazioni nelle aree cerebrali legate alle abilità analizzate. I dati mostrano che un suo idoneo apporto nella dieta sia importante per la salute neurale (occhi e cognizione) negli adulti ma anche durante lo sviluppo visivo nei bambini: le xantofille e gli acidi grassi omega-3 (e una loro adeguata assunzione alimentare) potrebbero influenzare la maturazione precoce della retina. La funzione visiva, in particolare quella notturna, negli adulti sani cresce con l’aumentare del consumo di luteina. La sua immissione riduce il rischio nei malati di sviluppare la degenerazione maculare senile, perfeziona l’attività della vista in soggetti con patologie oculari, protegge i giovani adulti (dai 25 ai 34 anni) sani dagli effetti dannosi dell’esposizione a lungo termine al display del computer, migliora la disabilità da abbaglio e la capacità di recupero dal fotostress grazie alla facoltà di filtrare la luce e incrementa l’efficienza della trasmissione neuronale nell’occhio. I suoi meccanismi di azione comprendono l’inibizione della formazione di radicali liberi, l’induzione di cambiamenti nell’espressione di geni pro infiammatori, l’attività antinflogistica in neonati prematuri, la modulazione delle proprietà delle membrane sinaptiche e il potenziamento della comunicazione dei gap giunzionali. La luteina si trova in abbondanza nei vegetali a foglia verde, nei frutti molto colorati e nel tuorlo dell’uovo (è anche una buona fonte di zeaxantina, entrambe biodisponibili). Il cambiamento della dieta in modo tale che contenga più cibi ricchi di luteina (l’introduzione di 60 grammi di spinaci) porta a un suo accumulo nell’occhio e quindi probabilmente anche nel cervello. Una porzione di 100 grammi di cavolo contiene in media 11 mg di luteina (i cui livelli raccomandati sono di 10 mg al giorno). È tuttavia l’insieme delle sostanze nutritive degli alimenti che la contengono (tra cui sono da prediligere l’avocado, i broccoli, i cavoletti di Bruxelles, la lattuga, gli spinaci, i piselli, il mais dolce e le uova sode) ad assumere un ruolo difensivo per gli occhi: oggi si pensa che la luteina stimoli la produzione di ossido nitrico, molecola che influenza la circolazione sanguigna e la pressione intraoculare. Questi cibi sono quindi ottimali per la prevenzione del glaucoma, frequente causa di cecità, e molto probabilmente ha lo stesso effetto protettivo anche per un’altra grave malattia oculare: la maculopatia degenerativa.


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apparato cardiovascolare
irritazione catarrale delle mucose oculari, affezioni palpebrali, blefariti, congiuntivite, astenopia, stanchezza oculare, affaticamento muscolare occhiaie, gonfiore di borse e palpebre, orzaioli, occhi contratti, glaucoma, funzioni visive, malattie dell’occhio, arrossamento degli occhi affaticati, fotofobia, congiuntiviti acute e subacute, catarrali o follicolari, blefarite, blafaro-congiuntivite, cherato-congiuntiviti follicolari,  ulcerazioni superficiali della cornea e nelle iridocicliti sinechianti, fotofobia intensa e anello peri-cheratico marcato, congiuntivitie postraumatica, lacrimazione continua, catarro oculare, Congiuntivite allergica, Affaticamento oculare, miopia, retinopatie diabetiche, cataratta, palpebre sono gonfie arrossate

zafferano

n questo studio sono stati valutati
gli effetti dell’estratto acquoso di zafferano
sulla pressione intraoculare (IOP) in
persone con glaucoma primario ad
angolo aperto (POAG). Complessivamente
lo studio ha riguardato gli occhi di 34
pazienti con POAG clinicamente
stabile in terapia con colliri
a base di timololo e
dorzolamide. Si è trattato
di uno studio clinico
pilota, prospettico,
randomizzato e
comparativo della
durata di un mese.
I partecipanti alla
sperimentazione sono
stati assegnati random
al gruppo con
estratto acquoso di zafferano per via orale
(17 soggetti) o placebo (17 soggetti) in
aggiunta a timololo e dorzolamide. Dopo
il trattamento entrambi i gruppi sono
stati sottoposti a un periodo di wash-out
della durata di un mese. Quale principale
misura di risultato è stata adottata la
variazione della pressione intraoculare
durante il trattamento e dopo il periodo di
wash-out. La pressione intraoculare media
al basale era 12.9 +/- 3.7 e 14.0 +/- 2.5
mmHg, rispettivamente nel gruppo con
zafferano e in quello di controllo (p = 0.31).
Dopo tre settimane di trattamento
la pressione intraoculare è
risultata signifi cativamente
diminuita a 10,9 +/- 3.3
mmHg nel gruppo con
zafferano e 13,5 +/- 2.3
mmHg nel gruppo di
controllo (p = 0,013).
A quattro settimane la
pressione era ancora
signifi cativamente più bassa
nel gruppo con zafferano
(10.6 +/- 3.0 verso 13.8 +/- 2.2
mmHg, p = 0,001). Alla fi ne del periodo
di wash-out la pressione intraoculare è
risultata essere 12,9 +/- 3,0 nel gruppo con
zafferano e 14,2 +/- 2.0 mmHg nel gruppo di
controllo (p = 0,175). Nessuno dei pazienti ha
subìto effetti indesiderati durante lo studio
e il periodo di wash-out. Gli autori della
sperimentazione concludono osservando
che l’estratto acquoso di zafferano assunto
oralmente sembra esercitare un effetto
ipotensivo oculare sul glaucoma primario ad
angolo aperto; effetto diventato evidente
dopo tre settimane di terapia.

elicriso

I fiori di Elicriso risultano efficaci nel trattamento delle affezioni a carico dell’apparato
respiratorio ove agiscono come balsamici ed espettoranti e come eupnici (ristabiliscono
la respirazione normale) in alcune forme di asma. Alla pianta sono riconosciute anche
proprietà antiallergiche e antinfiammatorie. fiori di Elicriso esercitano, oltre a una netta azione antiepatotossica, proprietà antiflogistiche
(cortisonosimili) e antiossidanti. Preparazioni a base di Elicriso presentano, per
uso sia interno sia esterno, un’azione favorevole nei pazienti affetti da dermopatie quali
psoriasi ed eczema, casi nei quali possono contribuire a determinare regressione dell’eritema,
diminuzione progressiva della componente paracheratosica e riduzione del prurito
(quando presente). Azione antiflogistica (cortisonosimile) e lenitiva. I fiori di Elicriso manifestano un’azione sfiammante (azione cortisonosimile) sia per os sia
a livello topico. La pianta si caratterizza per una spiccata azione cortisonosimile e antiallergica a cui affianca
proprietà antiossidanti ed epatotrope. Pianta centrale per la terapia della psoriasi. I fiori di Elicriso, oltre a esercitare una netta
azione antiepatotossica, possiedono proprietà antiflogistiche e antiossidanti. Preparazioni
a base di Elicriso manifestano, infatti, per uso sia interno sia esterno, un’attività favorevole
nei pazienti affetti da dermopatie quali psoriasi ed eczema, casi nei quali determinano
regressione dell’eritema, diminuzione progressiva della componente paracheratosica e
riduzione del prurito (quando presente). I fiori di Elicriso risultano efficaci nel trattamento delle affezioni a carico dell’apparato
respiratorio ove agiscono come balsamici ed espettoranti. Alla pianta sono riconosciute
anche proprietà antiallergiche e antinfiammatorie. Tali proprietà ne rendono utile l’impiego
sia in caso di bronchite sia nella tracheobronchite (virale o batterica), in particolare nei
soggetti con terreno allergico.

ginkgo

è una
pianta medicinale alla quale
sono attribuite proprietà
antiossidanti: i suoi effetti
sono stati dimostrati in
diversi processi degenerativi,
comprese alcune malattie
neurodegenerative della retina.
I dati sperimentali
e clinici indicano che gli
estratti di ginkgo sono ben
tollerati e sembrano sicuri
per l’uomo. La maggior parte
degli studi dimostra il suo
potenziale ruolo terapeutico e
l’efficacia in diverse malattie
degenerative della retina,
anche se il meccanismo
specifico d’azione deve ancora
essere completamente chiarito.
Tuttavia gli effetti benefici
del ginkgo possono essere
ascritti alle sue proprietà
antiossidanti, antinfiammatorie
e di protezione vascolare.

calendula e luteina

La pianta manifesta proprietà emollienti, lenitive, rinfrescanti e riepitelizzanti, contiene luteina utile per il benessere della vista.
Uno studio clinico in
doppio cieco controllato
con placebo ha però portato
dati rilevanti.
In un gruppo di
donne che avevano ricevuto una supplementazione
di luteina, una di acido docosaesaenoico
(DHA), o una combinazione dei due per
4 mesi, il punteggio in un test sulla padronanza verbale
è migliorato in maniera significativa in tutti e tre
i gruppi, mentre i punteggi per la memoria e per l’apprendimento
sono migliorati in maniera significativa
nel gruppo della combinazione  suggerendo un’influenza
della luteina sulle funzioni cognitive.
La Johnson, in una review più recente conclude che
le basi per suggerire un ruolo della luteina per la funzione
cognitiva sono le seguenti:
• la luteina è il carotenoide predominante nel tessuto
cerebrale sia negli anziani sia nei bambini
• la densità del pigmento maculare nei primati è correlata
con la concentrazione nel cervello
• la densità del pigmento maculare è correlata con la funzione cognitiva negli umani adulti
• la supplementazione di luteina negli adulti porta a un
miglioramento della funzione cognitiva.
Elizabeth Johnson, una studiosa dei carotenoidi presso
il Centro di Ricerca sulla Nutrizione Umana della
Tuft University, aveva pubblicato nel 2012 un articolo
nel quale esaminava i possibili effetti benefici della
luteina alimentare per la funzione cognitiva.
Lo stimolo a questa ricerca le era venuto dalla constatazione
che l’occhio è una estensione del sistema
neurale, e molti studi hanno mostrato che i deficit
cognitivi sono spesso correlati a malattie dell’occhio
di tipo senile, suggerendo la presenza di
fattori simili.
Quando si rese possibile analizzare campioni cerebrali
di 48 soggetti che avevano partecipato a uno studio
sui centenari in Georgia (Georgia Centenarian
Study), lo studio evidenziò che la luteina è il principale
carotenoide nel cervello degli anziani, nonostante
non sia il più importante nel flusso ematico, suggerendo
una captazione preferenziale; che, a
differenza di tocoferoli e beta-carotene, la luteina nel
cervello è costantemente associata (sia statisticamente
sia clinicamente) a risultati di un ampio ventaglio
di test cognitivi (funzione esecutiva, linguaggio, apprendimento,
memoria); ma soprattutto che agli effetti
sui test corrispondevano elevate concentrazioni
di luteina nelle aree cerebrali legate a tali funzioni.

eufrasia

Euphrasia risulta indicata nella rinite (allergica,
influenzale, ecc,) quando lo scolo nasale, modesto,
non è irritante ma la lacrimazione, abbondante,
è bruciante e irritante, escoriante e
“occupa la scena” (M. Guermonprez, 2006). Le
palpebre sono gonfie arrossate, soprattutto a
livello del bordo libero e possono presentarsi
escoriate, agglutinate (la mattina in particolare)
da una secrezione mucosa/mucopurulenta
ecc.). Un trial prospettico,
aperto e multicentrico che ha evidenziato l’efficacia
e la tollerabilità del trattamento con collirio
a base di eufrasia, valutato da buono a molto
buono dall’85% dei 65 pazienti affetti da congiuntivite
infiammatoria e catarrale.
Pur mancando pertanto studi clinici e farmacologici
di rilievo, la pianta viene utilizzata con
successo nel trattamento di congiuntiviti, blefariti,
orzaioli, ecc., Localmente si potranno consigliare colliri a
base di Eufrasia, Camomilla, Meliloto, Piantaggine,
Fiordaliso, ecc.. I fiori di fiordaliso, per la presenza in antociani
e flavonoidi, sono impiegati nelle irritazioni e
infiammazioni a carico dell’occhio sostenute
da varie cause quali sforzi visivi intensi, acqua
di mare o piscina, soggiorno in locali pieni di
fumo, ecc., per le proprietà astringenti, decongestionanti
ed antiinfiammatorie a carico della
congiuntiva. Vengono spesso associati a meliloto
(sommità fiorite) e piantaggine (foglie)
nel trattamento esterno delle congiuntiviti. In
cosmetica rientrano nella formulazione di acque
palpebrali e tonici per pelli delicate.
Come collirio viene spesso associata
alla Camomilla.

mirtillo nero

Vasoprotettore e antiossidante. Spiccata attività angioprotettrice. Grazie alla concentrazione in tannino il frutto essiccato risulta essere un blando astringente
e in virtù delle proprietà astringenti, antimicrobiche e adsorbenti è utile nelle forme
diarroiche, in particolare del bambino e dell’anziano. Da ricordare, invece, che il frutto
fresco manifesta proprietà lassative. Protezione delle pareti vasali dai danni indotti dallo stato flogistico. Preparati a base di Mirtillo possono essere impiegati nel trattamento coadiuvante
della cataratta e del glaucoma.. Protezione delle pareti vasali dai danni indotti da un’alimentazione  iperlipidica. I frutti sono utilizzati in terapia come antidiarroici e antimicrobici e nel trattamento della dispepsia cronica fermentativa: nel fitocomplesso sono presenti, infatti, oltre agli antociani (azione vasculoprotettiva), tannini ad azione astringente e antisettica. Risultano, pertanto, indicati nelle forme ad impronta diarroica.
in caso di Affaticamento oculare
Risulta importante impiegare piante
ricche in minerali e vitamine quali, Equiseto, Avena sativa, Medicago sativa, ecc.
Nelle parti aeree Avena sativa L., sono presenti
flavonoidi, ad azione vasculoprotettiva e antispasmodica,
saponine triterpeniche, ad azione
antiflogistica, gramina, un alcaloide indolico
ad azione blandamente sedativa, e minerali
(silicio, calcio, ecc.). Le parti aeree della pianta
sono presenti come monografia della Commissione
E del BfArM: la pianta viene indicata per
stati acuti o cronici di ansia, nella tensione o agitazione,
nella sindrome neuroastenica, e come
ricostituente e corroborante generale

omega 3

le xantofille e gli acidi grassi omega-3 (e quindi
una loro adeguata assunzione alimentare) potrebbero influenzare la
maturazione precoce della retina.
Funzione visiva in sani: negli adulti sani migliora all’aumentare
del consumo di luteina; in particolare migliora la visione notturna.
Funzione visiva in malati: riduce il rischio di sviluppare
degenerazione maculare senile e migliora la funzione visiva in
soggetti con malattie oculari
Danni da computer: protegge giovani adulti sani dagli effetti dannosi
dell’esposizione a lungo termine alla luce dei display dei computer.
Migliora la disabilità da abbaglio e il recupero dal fotostress grazie
alla capacità di filtrare la luce
Trasmissione nervosa: aumenta l’efficienza della trasmissione
neuronale nell’occhio.

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Costruiamo qualcosa insieme.


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