Connubio tra scienza e natura Ispirati dalla Natura, potenziati dalla ricerca
Fornisce un adeguato apporto di antiossidanti che servono a mantenere l’efficienza funzionale delle cellule immunitarie, proteggendole dalle alterazioni omeostatiche indotte dallo stress ossidativo. Per contrastare i danni di quest’ultimo l’organismo attiva i sistemi enzimatici (superossido dismutasi, glutatione perossidasi) e i cofattori di tipo oligominerale (selenio, zinco, rame, manganese). Una seconda linea di difesa è costituita da antiossidanti endogeni a basso peso molecolare come glutatione e ubichinolo, da quelli di tipo vitaminico (vitamine C ed E, β-carotene) e dai polifenoli. Gli antociani sono in grado di favorire la microcircolazione e la rigenerazione della rodopsina, di aumentare la velocità di riproduzione dei pigmenti retinici e di migliorare e normalizzare le carenze dell’adattamento all’oscurità e della qualità della percezione visiva (in particolare in condizioni di luce crepuscolare). È quindi valida la prescrizione di questo integratore in caso di miopia, nelle alterazioni del visus, nelle retinopatie diabetiche e nella fotofobia (specialmente in presenza di illuminazione artificiale). I carotenoidi sono un’ampia classe di pigmenti gialli, arancioni e rossi, caratterizzanti esplicitamente molti frutti (peperoni, pomodori, agrumi, ecc.) e anche molte foglie (si rivelano solo quando la clorofilla svanisce): sono rintracciabili in una grande varietà di prodotti del mondo vegetale, ma nessuno di loro è singolarmente indispensabile per la vita (metaboliti secondari), anche se la totale eliminazione della loro sintesi è letale per ogni organismo (metaboliti primari). Altrettanto nota è l’importanza di un carotenoide specifico per la salute oculare contenente atomi di ossigeno: la luteina (comunemente definita xantofilla). Sono tre i carotenoidi (la capostipite luteina, zeaxantina e meso-zeaxantina, pigmenti della macula umana) in grado di passare la Membrana Emato Encefalica-MEE, di prevenire le lesioni responsabili della degenerazione maculare senile e forse di giocare un ruolo rilevante nello sviluppo visivo dei bambini, sia per la loro azione antiossidante e antinfiammatoria sia per la loro abilità di assorbire la dannosa luce blu che arriva all’occhio. Sebbene i pigmenti maculari siano tre, la fonte di due di essi è la luteina alimentare, che viene avvertita in maniera selettiva dai tessuti oculari e in particolare dalla macula ed è da 5 a 7 volte più abbondante nella dieta rispetto alla zeaxantina. È possibile misurare la sua densità nell’occhio in maniera semplice tramite un testo efficace e non invasivo, cosa che lo rende un marcatore per la protezione di alcune malattie oculari e anche per le funzioni visive. Essa ha anche risposte benefiche per l’attività cognitiva: è il principale carotenoide presente nel cervello degli anziani (nonostante non sia il più rilevante nel flusso ematico), suggerendo una captazione preferenziale e, a differenza dei tocoferoli e del beta-carotene, è costantemente associata (sia statisticamente sia clinicamente) ai risultati di un ampio ventaglio di esami cognitivi (funzione esecutiva, linguaggio, apprendimento, memoria), ma soprattutto gli effetti della luteina sui test corrispondono a elevate sue concentrazioni nelle aree cerebrali legate alle abilità analizzate. I dati mostrano che un suo idoneo apporto nella dieta sia importante per la salute neurale (occhi e cognizione) negli adulti ma anche durante lo sviluppo visivo nei bambini: le xantofille e gli acidi grassi omega-3 (e una loro adeguata assunzione alimentare) potrebbero influenzare la maturazione precoce della retina. La funzione visiva, in particolare quella notturna, negli adulti sani cresce con l’aumentare del consumo di luteina. La sua immissione riduce il rischio nei malati di sviluppare la degenerazione maculare senile, perfeziona l’attività della vista in soggetti con patologie oculari, protegge i giovani adulti (dai 25 ai 34 anni) sani dagli effetti dannosi dell’esposizione a lungo termine al display del computer, migliora la disabilità da abbaglio e la capacità di recupero dal fotostress grazie alla facoltà di filtrare la luce e incrementa l’efficienza della trasmissione neuronale nell’occhio. I suoi meccanismi di azione comprendono l’inibizione della formazione di radicali liberi, l’induzione di cambiamenti nell’espressione di geni pro infiammatori, l’attività antinflogistica in neonati prematuri, la modulazione delle proprietà delle membrane sinaptiche e il potenziamento della comunicazione dei gap giunzionali. La luteina si trova in abbondanza nei vegetali a foglia verde, nei frutti molto colorati e nel tuorlo dell’uovo (è anche una buona fonte di zeaxantina, entrambe biodisponibili). Il cambiamento della dieta in modo tale che contenga più cibi ricchi di luteina (l’introduzione di 60 grammi di spinaci) porta a un suo accumulo nell’occhio e quindi probabilmente anche nel cervello. Una porzione di 100 grammi di cavolo contiene in media 11 mg di luteina (i cui livelli raccomandati sono di 10 mg al giorno). È tuttavia l’insieme delle sostanze nutritive degli alimenti che la contengono (tra cui sono da prediligere l’avocado, i broccoli, i cavoletti di Bruxelles, la lattuga, gli spinaci, i piselli, il mais dolce e le uova sode) ad assumere un ruolo difensivo per gli occhi: oggi si pensa che la luteina stimoli la produzione di ossido nitrico, molecola che influenza la circolazione sanguigna e la pressione intraoculare. Questi cibi sono quindi ottimali per la prevenzione del glaucoma, frequente causa di cecità, e molto probabilmente ha lo stesso effetto protettivo anche per un’altra grave malattia oculare: la maculopatia degenerativa. |
apparato cardiovascolare |
irritazione catarrale delle mucose oculari, affezioni palpebrali, blefariti, congiuntivite, astenopia, stanchezza oculare, affaticamento muscolare occhiaie, gonfiore di borse e palpebre, orzaioli, occhi contratti, glaucoma, funzioni visive, malattie dell’occhio, arrossamento degli occhi affaticati, fotofobia, congiuntiviti acute e subacute, catarrali o follicolari, blefarite, blafaro-congiuntivite, cherato-congiuntiviti follicolari, ulcerazioni superficiali della cornea e nelle iridocicliti sinechianti, fotofobia intensa e anello peri-cheratico marcato, congiuntivitie postraumatica, lacrimazione continua, catarro oculare, Congiuntivite allergica, Affaticamento oculare, miopia, retinopatie diabetiche, cataratta, palpebre sono gonfie arrossate |
zafferano
n questo studio sono stati valutati gli effetti dell’estratto acquoso di zafferano sulla pressione intraoculare (IOP) in persone con glaucoma primario ad angolo aperto (POAG). Complessivamente lo studio ha riguardato gli occhi di 34 pazienti con POAG clinicamente stabile in terapia con colliri a base di timololo e dorzolamide. Si è trattato di uno studio clinico pilota, prospettico, randomizzato e comparativo della durata di un mese. I partecipanti alla sperimentazione sono stati assegnati random al gruppo con estratto acquoso di zafferano per via orale (17 soggetti) o placebo (17 soggetti) in aggiunta a timololo e dorzolamide. Dopo il trattamento entrambi i gruppi sono stati sottoposti a un periodo di wash-out della durata di un mese. Quale principale misura di risultato è stata adottata la variazione della pressione intraoculare durante il trattamento e dopo il periodo di wash-out. La pressione intraoculare media al basale era 12.9 +/- 3.7 e 14.0 +/- 2.5 mmHg, rispettivamente nel gruppo con zafferano e in quello di controllo (p = 0.31). Dopo tre settimane di trattamento la pressione intraoculare è risultata signifi cativamente diminuita a 10,9 +/- 3.3 mmHg nel gruppo con zafferano e 13,5 +/- 2.3 mmHg nel gruppo di controllo (p = 0,013). A quattro settimane la pressione era ancora signifi cativamente più bassa nel gruppo con zafferano (10.6 +/- 3.0 verso 13.8 +/- 2.2 mmHg, p = 0,001). Alla fi ne del periodo di wash-out la pressione intraoculare è risultata essere 12,9 +/- 3,0 nel gruppo con zafferano e 14,2 +/- 2.0 mmHg nel gruppo di controllo (p = 0,175). Nessuno dei pazienti ha subìto effetti indesiderati durante lo studio e il periodo di wash-out. Gli autori della sperimentazione concludono osservando che l’estratto acquoso di zafferano assunto oralmente sembra esercitare un effetto ipotensivo oculare sul glaucoma primario ad angolo aperto; effetto diventato evidente dopo tre settimane di terapia. |
elicriso
I fiori di Elicriso risultano efficaci nel trattamento delle affezioni a carico dell’apparato respiratorio ove agiscono come balsamici ed espettoranti e come eupnici (ristabiliscono la respirazione normale) in alcune forme di asma. Alla pianta sono riconosciute anche proprietà antiallergiche e antinfiammatorie. fiori di Elicriso esercitano, oltre a una netta azione antiepatotossica, proprietà antiflogistiche (cortisonosimili) e antiossidanti. Preparazioni a base di Elicriso presentano, per uso sia interno sia esterno, un’azione favorevole nei pazienti affetti da dermopatie quali psoriasi ed eczema, casi nei quali possono contribuire a determinare regressione dell’eritema, diminuzione progressiva della componente paracheratosica e riduzione del prurito (quando presente). Azione antiflogistica (cortisonosimile) e lenitiva. I fiori di Elicriso manifestano un’azione sfiammante (azione cortisonosimile) sia per os sia a livello topico. La pianta si caratterizza per una spiccata azione cortisonosimile e antiallergica a cui affianca proprietà antiossidanti ed epatotrope. Pianta centrale per la terapia della psoriasi. I fiori di Elicriso, oltre a esercitare una netta azione antiepatotossica, possiedono proprietà antiflogistiche e antiossidanti. Preparazioni a base di Elicriso manifestano, infatti, per uso sia interno sia esterno, un’attività favorevole nei pazienti affetti da dermopatie quali psoriasi ed eczema, casi nei quali determinano regressione dell’eritema, diminuzione progressiva della componente paracheratosica e riduzione del prurito (quando presente). I fiori di Elicriso risultano efficaci nel trattamento delle affezioni a carico dell’apparato respiratorio ove agiscono come balsamici ed espettoranti. Alla pianta sono riconosciute anche proprietà antiallergiche e antinfiammatorie. Tali proprietà ne rendono utile l’impiego sia in caso di bronchite sia nella tracheobronchite (virale o batterica), in particolare nei soggetti con terreno allergico. |
ginkgo
è una pianta medicinale alla quale sono attribuite proprietà antiossidanti: i suoi effetti sono stati dimostrati in diversi processi degenerativi, comprese alcune malattie neurodegenerative della retina. I dati sperimentali e clinici indicano che gli estratti di ginkgo sono ben tollerati e sembrano sicuri per l’uomo. La maggior parte degli studi dimostra il suo potenziale ruolo terapeutico e l’efficacia in diverse malattie degenerative della retina, anche se il meccanismo specifico d’azione deve ancora essere completamente chiarito. Tuttavia gli effetti benefici del ginkgo possono essere ascritti alle sue proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e di protezione vascolare. |
calendula e luteina
La pianta manifesta proprietà emollienti, lenitive, rinfrescanti e riepitelizzanti, contiene luteina utile per il benessere della vista. Uno studio clinico in doppio cieco controllato con placebo ha però portato dati rilevanti. In un gruppo di donne che avevano ricevuto una supplementazione di luteina, una di acido docosaesaenoico (DHA), o una combinazione dei due per 4 mesi, il punteggio in un test sulla padronanza verbale è migliorato in maniera significativa in tutti e tre i gruppi, mentre i punteggi per la memoria e per l’apprendimento sono migliorati in maniera significativa nel gruppo della combinazione suggerendo un’influenza della luteina sulle funzioni cognitive. La Johnson, in una review più recente conclude che le basi per suggerire un ruolo della luteina per la funzione cognitiva sono le seguenti: • la luteina è il carotenoide predominante nel tessuto cerebrale sia negli anziani sia nei bambini • la densità del pigmento maculare nei primati è correlata con la concentrazione nel cervello • la densità del pigmento maculare è correlata con la funzione cognitiva negli umani adulti • la supplementazione di luteina negli adulti porta a un miglioramento della funzione cognitiva. Elizabeth Johnson, una studiosa dei carotenoidi presso il Centro di Ricerca sulla Nutrizione Umana della Tuft University, aveva pubblicato nel 2012 un articolo nel quale esaminava i possibili effetti benefici della luteina alimentare per la funzione cognitiva. Lo stimolo a questa ricerca le era venuto dalla constatazione che l’occhio è una estensione del sistema neurale, e molti studi hanno mostrato che i deficit cognitivi sono spesso correlati a malattie dell’occhio di tipo senile, suggerendo la presenza di fattori simili. Quando si rese possibile analizzare campioni cerebrali di 48 soggetti che avevano partecipato a uno studio sui centenari in Georgia (Georgia Centenarian Study), lo studio evidenziò che la luteina è il principale carotenoide nel cervello degli anziani, nonostante non sia il più importante nel flusso ematico, suggerendo una captazione preferenziale; che, a differenza di tocoferoli e beta-carotene, la luteina nel cervello è costantemente associata (sia statisticamente sia clinicamente) a risultati di un ampio ventaglio di test cognitivi (funzione esecutiva, linguaggio, apprendimento, memoria); ma soprattutto che agli effetti sui test corrispondevano elevate concentrazioni di luteina nelle aree cerebrali legate a tali funzioni. |
eufrasia
Euphrasia risulta indicata nella rinite (allergica, influenzale, ecc,) quando lo scolo nasale, modesto, non è irritante ma la lacrimazione, abbondante, è bruciante e irritante, escoriante e “occupa la scena” (M. Guermonprez, 2006). Le palpebre sono gonfie arrossate, soprattutto a livello del bordo libero e possono presentarsi escoriate, agglutinate (la mattina in particolare) da una secrezione mucosa/mucopurulenta ecc.). Un trial prospettico, aperto e multicentrico che ha evidenziato l’efficacia e la tollerabilità del trattamento con collirio a base di eufrasia, valutato da buono a molto buono dall’85% dei 65 pazienti affetti da congiuntivite infiammatoria e catarrale. Pur mancando pertanto studi clinici e farmacologici di rilievo, la pianta viene utilizzata con successo nel trattamento di congiuntiviti, blefariti, orzaioli, ecc., Localmente si potranno consigliare colliri a base di Eufrasia, Camomilla, Meliloto, Piantaggine, Fiordaliso, ecc.. I fiori di fiordaliso, per la presenza in antociani e flavonoidi, sono impiegati nelle irritazioni e infiammazioni a carico dell’occhio sostenute da varie cause quali sforzi visivi intensi, acqua di mare o piscina, soggiorno in locali pieni di fumo, ecc., per le proprietà astringenti, decongestionanti ed antiinfiammatorie a carico della congiuntiva. Vengono spesso associati a meliloto (sommità fiorite) e piantaggine (foglie) nel trattamento esterno delle congiuntiviti. In cosmetica rientrano nella formulazione di acque palpebrali e tonici per pelli delicate. Come collirio viene spesso associata alla Camomilla. |
mirtillo nero
Vasoprotettore e antiossidante. Spiccata attività angioprotettrice. Grazie alla concentrazione in tannino il frutto essiccato risulta essere un blando astringente e in virtù delle proprietà astringenti, antimicrobiche e adsorbenti è utile nelle forme diarroiche, in particolare del bambino e dell’anziano. Da ricordare, invece, che il frutto fresco manifesta proprietà lassative. Protezione delle pareti vasali dai danni indotti dallo stato flogistico. Preparati a base di Mirtillo possono essere impiegati nel trattamento coadiuvante della cataratta e del glaucoma.. Protezione delle pareti vasali dai danni indotti da un’alimentazione iperlipidica. I frutti sono utilizzati in terapia come antidiarroici e antimicrobici e nel trattamento della dispepsia cronica fermentativa: nel fitocomplesso sono presenti, infatti, oltre agli antociani (azione vasculoprotettiva), tannini ad azione astringente e antisettica. Risultano, pertanto, indicati nelle forme ad impronta diarroica. in caso di Affaticamento oculare Risulta importante impiegare piante ricche in minerali e vitamine quali, Equiseto, Avena sativa, Medicago sativa, ecc. Nelle parti aeree Avena sativa L., sono presenti flavonoidi, ad azione vasculoprotettiva e antispasmodica, saponine triterpeniche, ad azione antiflogistica, gramina, un alcaloide indolico ad azione blandamente sedativa, e minerali (silicio, calcio, ecc.). Le parti aeree della pianta sono presenti come monografia della Commissione E del BfArM: la pianta viene indicata per stati acuti o cronici di ansia, nella tensione o agitazione, nella sindrome neuroastenica, e come ricostituente e corroborante generale |
omega 3
le xantofille e gli acidi grassi omega-3 (e quindi una loro adeguata assunzione alimentare) potrebbero influenzare la maturazione precoce della retina. Funzione visiva in sani: negli adulti sani migliora all’aumentare del consumo di luteina; in particolare migliora la visione notturna. Funzione visiva in malati: riduce il rischio di sviluppare degenerazione maculare senile e migliora la funzione visiva in soggetti con malattie oculari Danni da computer: protegge giovani adulti sani dagli effetti dannosi dell’esposizione a lungo termine alla luce dei display dei computer. Migliora la disabilità da abbaglio e il recupero dal fotostress grazie alla capacità di filtrare la luce Trasmissione nervosa: aumenta l’efficienza della trasmissione neuronale nell’occhio. |
1. Plinio il Vecchio. Naturalis Historia. Libro 21: 65-67. 23-79 d.C eae). 1991; 104:1-195.
2. G. Appendino, M. Ottino, N. Marquez, F. Bianchi, A. Giana, et al. Arzanol, an anti-inflammatory and anti HIV-1 phloroglucinol alpha-pyrone from Helichrysum italicum ssp microphyllum. J Nat Prod. 2007; 70: 608–612.
3. A. Anderberg, Taxonomy and phylogeny of the tribe Gnaphalieae (Asteraceae), 1991; 104:1-195.
4. E. Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali. 2004, pp 243-246.
5. J. Bauer, A. Koeberle, F. Dehm, et al. Arzanol, a prenylated heterodimeric phloroglucinyl pyrone, inhibits eicosanoid biosynthesis and exhibits anti inflammatory efficacy in vivo. Biochem Pharmacol. 2011;81:259-268.
6. S. Melito, A. Sias, G.L. Petretto, et al, Genetic and Metabolite Diversity of Sardinian Populations of Helichrysum italicum. PLoS One. 2013; 8(11): e79043.
7. O. Taglialatela-Scafati, F. Pollastro, G. Chianese, et al. Antimicrobial phenolics and unusual glycerides from Helichrysum italicum subsp. microphyllum. J Nat Prod. 2013;76:346-353.
8. A. Minassi, L. Cicione L, A. Koeberle, et al, A multicomponent carba-Betti strategy to alkylidene heterodimers – Total synthesis and structure-activity relationships of arzanol. Eur J Org Chem. 2012:772-779.
9. A. Rosa, M. Deiana, A. Atzeri, et al., Evaluation of the antioxidant and cytotoxic activity of arzanol, a prenylated alpha-pyrone-phloroglucinol etherodimer from Helichrysum italicum subsp. microphyllum. Chem Biol Interact. 2007;165:117-126.
10. Ray D, Mukherjee S, Falchi M, Bertelli A, Das DK. Amelioration of myocardial ischemic reperfusion
injury with Calendula officinalis. Curr Pharm Biotechnol. 2010 Dec;11(8):849-54.
11. Reider N, Komericki P, Hausen B M, Fritsch P, Aberer W. The seamy side of natural medicines: contact sensitization to arnica (Arnica montana L.) and marigold (Calendula officinalis L.). Contact Dermatitis .2001: 45: 269–272.
12. K. Schnaubelt.,The Healing Intelligence of Essential Oils. 2011: 152-155.20.
13. PS. Kothavade, DM. Nagmoti, VD. Bulani, AR. Juvekar, Arzanol, a potent mPGES- 1 inhibitor: novel anti-inflammatory agent. ScientificWorldJournal. 2013 Oct 1;2013:986429.
14. D. Antunes Viegas, A. Palmeira-de-Oliveira, L. Salgueiro, et al, Helichrysum italicum: from traditional use to scientific data. J Ethnopharmacol. 2014;151(1):54-65.
15. B. D’Abrosca, E. Buommino, G. D’Angelo, et al, Spectroscopic identification and anti-biofilm properties of polar metabolites from the medicinal plant Helichrysum italicum against Pseudomonas aeruginosa. Bioorg Med Chem. 2013 Nov 15;21(22):7038-46.
16. A. Angioni, A. Barra, M. Arlorio, et al, Chemical composition, plant genetic differences, and antifungal activity of the essential oil of Helichrysum italicum G. Don ssp. microphyllum (Willd) Nym. J Agric Food Chem. 2003 Feb 12;51(4):1030-4.
17. G. Appendino, O. Taglialatela-Scafati, A. Minassi, et al, Helichrysum italicum: The Sleeping Giant of Mediterranean Herbal Medicine. HerbalGram. 2015; 105: 34-45.
18. Olennikov D N, Kashchenko N I. New isorhamnetin glycosides and other phenolic compounds from Calendula officinalis. Chem Nat Compd. 2013: 49: 833–840.
19. Panahi Y, Sharif MR, Sharif A, et al. A randomized comparative trial on the therapeutic efficacy of topical aloe vera and Calendula officinalis on diaper dermatitis in children. Scientific World Journal. 2012;2012:810234.
20. Mohsen Adib-Hajbaghery, Mansoreh Mahmoudi and Mahdi Mashaiekhi. Shampoo-Clay Heals Diaper Rash Faster Than Calendula officinalis. Nurs Midwifery Stud. 2014 Jun; 3(2).
21. Garbari F. Il genere calendula (asteraceae) nel bacino del Mediterraneo: relazioni tra aspetti biologici e distribuzione geografica. Naturalista sicil. S. IV, XXXV (1), 2011, pp. 21-41.
22. Corsi G, Garbari F, Maffei F. Il genere Urtica L. (Urticaceae) in. Italia. Revisione biosistematica. Webbia. 1999;53:193–239.
23. Arrigoni PV. Contributo alla conoscenza della flora della Sardegna: nuove specie di Taraxacum e altri reperti. Parlatorea. 2007;9:87-94.
24. Talhouk R S, Karam C, Fostok S, El-Jouni W, Barbour E K. Anti-inflammatory bioactivities in plant extracts. Journal of Medicinal Food. 2007;10: 1–10.
25. Hamzawy MA, El-Denshary ES, Hassan NS, Mannaa FA, Abdel-Wahhab MA. Dietary supplementation of Calendula officinalis counteracts the oxidative stress and liver damage resulted from aflatoxin. ISRN Nutr. 2013 Feb 12; 2013:538427.
26. Uyanoglu M, Canbek M, Aral E, Husnu Can Baser K. Effects of carvacrol upon the liver of rats undergoing partial hepatectomy. Phytomedicine. 2008 Mar; 15(3):226-9.
27. Ozkol H1, Tülüce Y, Koyuncu I. Subacute effect of cigarette smoke exposure in rats: protection by pot marigold (Calendula officinalis L.) extract. Toxicol Ind Health. 2012 Feb;28(1):3-9.
28. Saffari E, Mohammad-Alizadeh-Charandabi S, Adibpour M, Mirghafourvand M, Javadzadeh Y. Comparing the effects of Calendula officinalis and clotrimazole on vaginal Candidiasis: A randomized controlled trial. Women Health. 2017 Nov-Dec;57(10):1145-1160.
29. Mishra A, Mishra A, Chattopadhyay P. Assessment of In vitro Sun Protection Factor of Calendula officinalis L. (Asteraceae) Essential Oil Formulation. J Young Pharm. 2012 Jan;4(1):17-21.
30. Fonseca YM, Catini CD, Vicentini FT, et al. Efficacy of marigold extract-loaded formulations against UV-induced oxidative stress. J Pharm Sci. 2011 Jun;100(6):2182-93.
31. Mishra AK, Mishra A, Verma A, Chattopadhyay P. Effects of Calendula Essential Oil-Based Cream on Biochemical Parameters of Skin of Albino Rats against Ultraviolet B Radiation. Sci Pharm. 2012 Sep;80(3):669-83.
32. Perez MO, Vieira CP, Esquisatto MA, Rodrigues RA, Gomes L, Pimentel ER. Effect of Calendula officinalis cream on Achilles tendon healing. Anat Rec (Hoboken). 2015 Feb;298(2):428-35. doi: 10.1002/ar.23057. Epub 2014 Oct 12. Aro AA1.
33. Schneider F, Danski MT, Vayego SA. Usage of Calendula officinalis in the prevention and treatment of radiodermatitis: a randomized double-blind controlled clinical trial. Rev Esc Enferm. 2015 Apr;49(2):221-8.
34. Buzzi M, de Freitas F, Winter M. A Prospective, Descriptive Study to Assess the Clinical Benefits of Using Calendula officinalis Hydroglycolic Extract for the Topical Treatment of Diabetic Foot Ulcers. Ostomy Wound Manage. 2016 Mar;62(3):8-24.
35. Buzzi M, de Freitas F, de Barros Winter M. Therapeutic effectiveness of a Calendula officinalis extract in venous leg ulcer healing. J Wound Care. 2016 Dec 2;25(12):732-739.
36. Oberbaum M, Yaniv I, Ben-Gal Y, et al. A randomized, controlled clinical trial of the homeopathic medication TRAUMEEL S in the treatment of chemotherapy-induced stomatitis in children undergoing stem cell transplantation. Cancer. 2001 Aug 1;92(3):684-90.)
37. Khairnar MS, Pawar B, Marawar PP, Mani A. Evaluation of Calendula officinalis as an anti- plaque and anti-gingivitis agent. J Indian Soc Periodontol. 2013 Nov;17(6):741-7.